Tra i 300 morti di traffico, anche sulle strisce pedonali ed i bagliori del fuoco lassù sul monte dei balocchi dei rifiuti, finalmente torna il sorriso a Roma, una nota di serena allegria per grandi e piccini nella città del mai ‘na gjoia. Ecco la cartolina della magnifica Piazza Navona sovrastante l’interrata stupenda piscina di Domiziano. Qui con la Cortellesi si affronta quasi un bianco e nero un viaggio nel tempo tra i 46 banchi che guidano autoctoni e foresti nelle attrazioni di fine ‘800. Zuccheri filati, burattini, pulcinelli, tirassegni, palle e barattoli, fucili e pistole, anelli e globi di pesci rossi, giostre di cavallucci, presepi e presepi, pastori, babbi natale e graziose befane in slitte portate da giovenche frusinati più che da renne, bigiotterie, enormi ciambelle zuccherate, mele candite, torroni e maree di dolciumi, tutto e tutti concorrono all’enorme presepe di una Betlemme romanizzata tra resti di magnifici templi pagani dove il bambinello di lusso sta ben lungi dall’atmosfera di freddo e gelo, peraltro sconosciuti in Medio Oriente.
Non vi è traccia di digitale ma nemmeno del Ninì metallurgico metalmeccanico. Gli operai delocalizzati non hanno pensato di venire a protestare e nemmeno Ultima generazione s’è fatta vedere. Le luminarie dovunque presenti, appaiono vera novità tecnologica di questo fine ‘800 del sor Patacca. A tutti fanno buona guardia, preventiva, i Volontari della sicurezza che contano i presenti per evitare il sovraffollamento oltre le 7200 unità. Visionano tutto gli eterni, invadenti, ramificati, ambigui, inamovibili, immarcescibili, infiniti cultori dei banchi e dell’ambulanteria, quei Tredicine, già pietra dello scandalo, con i quali la Capitale, forte di istituzioni e giudici, si impegnò, più di un decennio fa, in un epico scontro a braccio di ferro. Scontro che addirittura mandò deserta per un anno la festa più amata dai bimbi romani. Paciosissimo, il buon felice sindaco Gualtieri ha sancito il risultato finale, la vittoria dei bimbi e della famiglia picaresca giunta oltre 60 anni fa da Schiavi di Abruzzo, partita dai cartocci di caldarroste a via Frattina
Non ne parla la stampa, non ne discorrono né le conversazioni più impegnate né le più futili. In Occidente, si sa, quando le cause buone e forti perdono, non ci si sofferma sopra. Semplicemente si cassa la mala nuova. Il va tutto bene mollichella del paffuto e buon contento sindaco significa che hanno perso il Campidoglio, le istituzioni, gli inchiestari, i manettari, quelli per bene. Eccoli tornati, i Tredicine con i consueti prestanome, reucci di piazza Navona, con metà dei 48banchi(12 di alberi, addobbi e presepi,10 di dolciumi, 9 di pelletteria, bigiotteria artigianale, manifattura, cucito creativo, 6 di giocattoli di cui uno artigianale, 4 di alimentari, 2 librai, non pervenuti peraltro).Tania Donatella a vendere alberi di Natale e presepi; Dino ed il figlio Giordano, Elio ed Alfiero a smerciare giocattoli, Alfiero con dolciumi e palloncini e Mario con caramelle e cioccolate. Per il resto12 spettacoli viaggianti, 3 palloncini itineranti, 2 zampognette e il teatro dei burattini. 4 stand aggiunti sono stati messi a bando l’anno scorso (new entry di cornici, quadri e stampe, poi bigiotteria ed altri due di alberi, addobbi e presepi). L’amministrazione è presente, sui 4 promessi, con uno stand miseramente vuoto e con quello delle Biblioteche di Roma dedicato solo ai bimbi. I municipi hanno rinunciato agli stand sulle iniziative nei relativi territori; basta con le info sul corretto stile di vita o sulle truffe agli anziani. Nello stand informativo capitolino del Comune, si vende la bella borsa busta di juta con il giusto epitaffio, ‘sti cazzi.
La festa, ufficialmente fiera, non è più sotto l’organizzazione del primo municipio che per non sbagliare se ne è lavata le mani. L’Associazione regionale Dimore Storiche Italiane rivendica un’organizzazione per le famiglie con qualità e modernità, malgrado i dolciumi biologici siano stati respinti con perdite. Le famiglie non avranno però più gli incentivi alla mobilità del 2022, nemmeno i voucher per i taxi e neanche l’albero a Piazza Venezia. I 5stelle hanno redatto l’attuale gara basandola sul criterio di anzianità, il Pd l’ha confermata. Non manca la voce dell’ennesimo comitato, Associazione abitanti centro storico, il bando.. sopravvivenza ai soliti noti fino al 2024...coloro che possono, compreso il Commissario, rivedano questa situazione…nulla di trasparente. Erano stati minacciati controlli sui requisiti, anche a mercato partito. La ventilata e rivendicata riduzione delle postazioni? Lettera morta. I nuovi criteri più vincolanti della giunta Gualtieri?Insoddisfatti, presidentesse ed assessori. Come dire, mancò la fortuna, non il valore a destra…destino cinico e baro, a sinistra.
Il già scaricato forzista Simeoni è tornato assolto dopo dodici anni di processi, subito eletto alla Pisana, a furor di popolo capogruppo. Non si possono, come si vorrebbe, ripubblicare articoli di condanna di un decennio, un lustro fa. Simeoni ha riportato il collega Tredicine in segreteria. Tredicine, quello serio… che viene dalla strada, che frigge patatine fuori dallo stadio, Tredicine che se non t’arrestano, diventi primo ministro, l’ex consigliere comunale forzista, condannato da Mondo di Mezzo, amico del condannato di Mafia Capitale, quella che la Cassazione stabilì non esistere. Tredicine contro Marino, contro la Raggi, non contro Gualtieri, che elegantemente ha schivato l’impasse.
Infatti, solo senza peccato si scaglia la prima pietra ed in giunta è inquisita l’assessora imprenditrice Lucarelli di cui Gualtieri non vuole le dimissioni. La Lucarelli, dopo le accuse per il caso Marianera e quello del mercato dei fiori, è scivolata proprio sui Tredicine. L’accusa è corruzione e turbativa d’asta sul piano sicurezza per la festa di piazza Navona, contrattualizzata dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Nessuno vuole più ricordare i tempi degli arresti. L’importante è ribadire la tradizione delle strade ingolfatissime, della sagra becera paesana restituita ai romani in una continuità di difetti senza fine. Nessuno vede la meravigliosa intramontabile secentesca Piazza Navona, ricoperta da tirassegno, chincaglieria e paccottiglia. Dolci, colori e giochi chetano tutti all’ombra degli addobbi self dell’albero e della grande giostra simbolo del Natale di Roma. Chi resta mortificato è solo uno snob. Piazza Navona non è una piazza, ma una campagna, una fiera, un’allegria. Se ne ride di San Pietro e di Piazza di Spagna.
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.
Tredicine è troppo potente, Gualtieri è impotente fra i poteri forti di Roma? Il peggior sindaco che abbiamo mai avuto ma i giornalisti che criticavano tanto raggi ora sono conniventi e queste notizie le apprendiamo da un post milanese! Povera Roma, non ce la farà mai a risorgere…