Una premessa, la pista ciclabile di via Novara (un disegno sulla preferenziale dei bus) è legale. Almeno in astratto. Non si parla di reati, qui. Si parla di opportunità, sicurezza e dovere di amministrare la città. Ci aggiorna Franco vassallo, già Consigliere del Municipio 7:
“Il Comune di Milano pare non voler imparare dal passato. Sia chiaro, nemmeno io dico che la pista ciclabile di via Novara sia illegale. Quello che dico è che è estremamente pericolosa, per quanto legale sia. La norma dice che si possono fare le piste sulle preferenziali, non che sia un dovere o un obbligo. La differenza sta in una valutazione di sicurezza. E su quella valutazione io e centinaia di cittadini abbiamo dei dubbi. Principalmente a causa delle molte svolte a destra in direzione Quinto Romano in cui i ciclisti rischiano di trovarsi in punti ciechi dei mezzi del trasporto pubblico.
Abbiamo tra i migliori autisti in Italia e credo che nel traffico quotidiano non succederà quasi mai nulla di male. Ma qui il problema è proprio il “quasi”. Quasi significa feriti, significa, Dio non voglia, il rischio di morti. I rischi ci sono sempre, per carità, ma qui il problema è simile, non identico, ma simile, a quello della ciclabile di Porta Venezia: si induce un falso senso di sicurezza in chi circola. Perché gli si dice: “da oggi questa corsia è riservata anche a te”. Ma purtroppo la realtà è molto diversa. Le biciclette sono mezzi leggeri e piccoli, dove c’è traffico pesante rischiano molto. Soprattutto in viali dritti.
Qui poi dobbiamo dire un’altra cosa: le preferenziali, a Milano almeno, hanno una utilità essenziale. Tolgono, infatti, i mezzi del trasporto pubblico dal traffico e consentono un servizio migliore e più veloce. Dando così un senso ai biglietti sempre più cari. Se li rallenti, obbligandoli a schivare i ciclisti, il servizio peggiora, sempre meno persone lo usano e alla fine ti trovi con un buco ancora maggiore nei conti. Per cosa? Per poter dire che hai fatto n chilometri di piste ciclabili in più al costo di qualche pittura sull’asfalto? Io non penso ne valga la pena. Migliaia di cittadini non pensano ne valga la pena. Chi pensa ne valga la pena di solito non le usa. Non credo ci sia da dire altro per dimostrare che questa cosa non abbia senso”.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Sono d’accordo. Quella corsia ciclabile è pericolosa – bisognerebbe invece realizzare una vera pista ciclabile delimitata da cordoli. Lo spazio non manca: le carreggiate sono larghe almeno 10 metri, per cui resta spazio per due corsie per le auto – una per la marcia e una da usare per il parcheggio oppure, poco prima degli incroci, per la svolta.
Tutte le corsie per i cicloidi, giá di per sé poco utilizzate, sono pericolose e inutili. Basta vedere poi quelli che consegnano i pasti a domicilio che non ci vanno nemmeno. Tanto volute e idealizzate nell’era Cretaceo dei cinquestelle, ora si dimostrano prive di utilità. Piuttosto delle ciclabili, il comune dovrebbe organizzare corsi di regole ed educazione stradale ai cicloidi e i mongopattini. Poi, non ci vuole un genio per comprendere che non è sicuro restare nelle vicinanze di un mezzo pesante e che in certe ore del giorno LE LUCI DEVONO ESSERE ACCESE OVUNQUE, ANCHE SULLE DANNATE CICLABILI. Chi controlla questa mancanza??????
Una minoranza di cittadini eco ciclo talebani ha condizionato la politica della viabilità milanese. Le ciclabili sono state utilizzate strumentalmente per fare la guerra alle auto, pericolose, brutte, ruba spazio e, soprattutto, inquinanti. Come se l’auto non l’avesse mai avuta che qualche fanatico motorista. Praticamente tutte le famiglia hanno una o più auto perché è comoda, calda o fredda, veloce, pratica, utile. E’ per questo che la gente l’acquista e la mantiene. Senza tener conto di chi abita fuori Milano e senza auto è, quasi sempre, un tagliato fuori. In cambio delle pistine ‘ammazza fiduciose cicliste’ fatte con la vernice, i verdi hanno chiuso tutti e due gli occhi sulle devastanti ed inquinantissime speculazioni edilizie in corso a Milano, e pure sulla demenziale manutenzione del verde. Amen