MilanoPost 1984 -2034

1984 e 2034

Attualità RomaPost

1984, pubblicato nel 1949 descriveva il mondo del controllo autoritario globale appena sconfitto ed insieme vincente nelle due varianti nello stato autoritario di destra e di sinistra, accomunati in una Weltanschauung opposta all’anglosassone. Oggi, nella metà del mondo a democratico mercato libero unico, il controllo sistematico e profilato impera sulle persone. 2034 (Il romanzo della prossima guerra mondiale), pubblicato due anni fa, non racconta distopie ma prevede la verosimigliante III guerra mondiale, scoccante appunto, fra un decennio. Il primo passo è avvenuto sabato 13 gennaio, a Taiwan dove è divenuto presidente con il 40,2% l’indipendentista democratico progressista Lai Ching-te contro i partiti più favorevoli a Pechino, come il Kuomintang ed i popolari. La Cina si è infuriata, ribadendo che Taiwan sarà cinese entro il 2049. Il solito Occidente schizofrenico reagisce, tramite gli Usacon la contraddittoria scusa di nessun sostegno allindipendenza e la contemporanea difesa militare dell’isola di Formosa.

Gli autori Ackerman e Stavridisin 2043, descrivono la commodora Hunt della marina Usa nel Mar Cinese Meridionale, ed il suo cacciatorpediniere John Paul Jones colare a picco, vittime di un pericolante peschereccio senza bandiera, usato come trappola dalla marina militare cinese. Intanto un invisibile aereo spia F35E Lightning nel cielo iraniano sullo stretto di Hormuz viene catturato con il maggiore Mitchell, aviatore della marina Usa. La realtà è stata prevista nell’area persiana, dove in effetti ora navi e aerei angloamericani si affollano a bombardare il Mar Rosso. L’attacco cinese, invece, nella cronaca dal 2022, è stato sostituito da quello russo. Quel che conta di più, è che nei fatti veramente Russia, Iran e Cina costituiscono un’alleanza di contenimento occidentale, intesa cui possono essere aggiunti il Sudafrica che porta Israele al tribunale Onu per genocidio, e forse la Turchia esacerbata dai fatti di Gaza.

L’ammiraglio Stavridis, prima di entrare in un lussuoso Cda della consulenza e di scrivere il romanzo, è stato comandante delle forze alleate Nato fino al 2013.Ackerman è stato marine in Iraq e Afghanistan, con Obama alla Casa bianca, autore di bestseller come The Fifth Act: America’s End in Afghanistan. Probabilmente il libro è stato loro commissionato come i report che avvisano continuamente della necessità di tenere alta la guardia. Il rischio geopolitico di cui parlano non è uno scacchiere invisibile. Turchia e Cina, sultanato e comunismo adattatisi al mercato globalizzato e Russia, che in quel mercato vuole rientrare senza rinunciare al dominio slavo, non intendono più soggiacere alla regolazione occidentale di quel mercato. L’Iran islamico vuole dominare l’antico territorio imperiale persiano. Per tutti loro, la cintura che va dal Medio Oriente, alla Slavia, al Caucaso ai Balcani, fino all’estremo oriente non deve essere regolata dagli angloamericani.

Non si tratta di comunismo, Islam, zarismo o altro; è proprio una questione di razze impermeabili a Paperino. Stavridis e Ackerman descrivono attacchi cibernetici vanificanti le difese Usa. Lo sviluppo delle capacità militari cinesi, russe e degli altri paesi orientali è un fatto reale, oltre l’attacco quantico congiunto di intelligenza artificiale immaginato. Poiché la preminenza strategica dei tempi di Bushjr. non esiste più, gli autori sembrano consigliare un esponenziale programma militare ben superiore all’attuale; tale da spaventare a sufficienza i non occidentali. È un bel problema però pretendere la convivenza economica turbofinanziaria di tutti mantenendo al comando i Moody’s, il Fmi ed il sistema sanzionatorio occidentale. Tanto più che se si è assottigliato il divario militare, la guerra russoucraina dimostra che il mercato occidentale non è più il più ghiotto. Abitualmente il più ricco è anche il più armato ma di questa china l’Ovest si avvia a non essere il più ricco.

L’Unione Europea per Ackerman e Stavridis è attore irrilevante. Nella realtà come nella fiction. Da un lato perché l’Ue sostiene gli Usa senza contribuire e senza credere; dall’altro perché alla Ue, Occidente auvisagehumain, forse basterebbe un dominion non globale ma regionale, insufficiente però se basta chiudere il Mar Rosso per assetare l’Europa. Parte della Ue, però, di fronte al pericolo del 2034, vede solo il baratro interno, e da metà, del 1984 ed il ritorno del grande fratello autoritario. Senza accorgersi del grande fratello democratico, magari parteggia con Cina, Russia, Iran ed arabi per i motivi sbagliati, cioè quelli dell’altra metà del 1984 cui nostalgicamente resta avvinta come ad una coperta di Linus. Quella terra, grande una volta e mezzo la Lombardia, antistante le coste cinesi, non sarebbe così importante se da essa non dipendessero tutti i cellulari del mondo. Invece del 1984, l’Europa dovrebbe preoccuparsi che non fosse più così; e così facendo eviterebbe anche il futuro del 2034, tanto cara agli americani.

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