Tutti conoscono *San Francesco*. Perché è così irresistibile? Come si fa a parlare di lui senza essere banali? Francesco aveva di speciale che era un *grande artista.* Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Le sue *prediche* erano *capolavori folli e visionari*. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo. E che dire del *presepe di Greccio*, di cui si sono celebrati gli 800 anni, la più geniale (e più copiata) invenzione di Francesco… Il monologo percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte. Dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare. E neanche il pubblico potrà scappare da questo finale, incatenati sulle poltrone del teatro saranno costretti anche loro ad affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non siamo immortali.
*Orari* 118, 19 gennaio ore 19.30 20 gennaio ore 20.30
21 gennaio ore 16.30
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Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.