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Disturbi alimentari e prevenzione, Delpini e Bertolaso incontrano studenti

Scienza e Salute

Ieri mattina si è tenuto l’incontro dell’arcivescovo Mario Delpini, con gli studenti del Collegio San Carlo di Milano per la Giornata nazionale dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Un’iniziativa promossa dalla Diocesi attraverso la Fondazione Oratori Milanesi (FOM) in collaborazione con Auxologico e con lo stesso Collegio San Carlo, per lavorare sulla prevenzione di patologie sempre più diffuse tra adolescenti e preadolescenti (maschi e femmine) con la presentazione di un percorso formativo online a disposizione di educatori, società sportive e associazioni.

All’evento sono intervenuti anche l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, il presidente di Auxologico, Mario Colombo, ed esperti del Centro DCA e del Servizio di Psicologia Clinica di Auxologico: lo psichiatra Leonardo Mendolicchio, lo psicologo Gianluca Castelnuovo, l’endocrinologo Leila Danesi. Infine, hanno portato la loro testimonianza Martina Colombari, attrice e conduttrice televisiva e Viola Sella, ginnasta di punta della nazionale italiana di ritmica che sarà tra le protagoniste del Circuito della World Cup 2024.

MilanoPost ANORESSIAIl percorso formativo, elaborato in collaborazione con Auxologico, dal titolo “Come ti nutri?”, disponibile da oggi sulla piattaforma online della FOM (www.oramiformo.it), si propone di aiutare gli educatori a riconoscere i sintomi che conducono ai disturbi del comportamento alimentare, anche quelli meno noti come l’ARFID (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder), l’ortoressia o la vigoressia. Il percorso si concentra sull’importanza dell’educazione alimentare per promuovere scelte sane e prevenire i disturbi. Offre uno sguardo di carattere culturale e sociale e di sostenibilità legato alle scelte del cibo e competenze per definire il ruolo dell’educatore e della comunità. Il compito essenziale di un educatore potrà consistere nel riconoscere, prevenire e gestire tali situazioni, intervenendo nella comunicazione efficace con i minori e favorendo la collaborazione tra famiglia, scuola, sanità, oratorio, sport.

“Siamo di fronte ad un problema che sta diventando pandemico tra i giovanissimi, ed è un bene che noi ci prendiamo a cuore questa situazione che diventa una minaccia per le persone e un dolore interiore, che invade e imprigiona il corpo, privandolo di gioia, di speranza e infine anche della vita” – afferma Delpini prima dell’inizio dell’evento, che prosegue – “siamo qui per dire che siamo una istituzione che ha preoccupazioni educative e cerchiamo di affrontare questa problematica trovando dei messaggi di rassicurazione che dicono che ciascuno è amabile così come è, come singola persona con una propria identità”.

Le situazioni problematiche che investono soprattutto i giovanissimi sono aumentate negli ultimi anni, in concomitanza con lo sviluppo delle tecnologie e che, tramite soprattutto i social network, ci presentano dei modelli a cui aspirare, il più delle volte irraggiungibili e per questo frustranti. “Il disagio giovanile è per noi una priorità assoluta” – ha spiegato l’assessore Bertolaso – “in particolare, i disturbi alimentari e il disagio mentale sono un’emergenza silenziosa, esplosa in maniera quasi incontrollabile dopo il Covid, e la dobbiamo affrontare usando gli strumenti propri delle emergenze. Quindi più stanziamenti, Regione Lombardia solo per quest’anno stanzia 6 milioni di euro, più reparti specializzati, un lavoro sul territorio molto capillare insieme a scuole, associazioni, centri sportivi e soprattutto con le famiglie per potenziare la prevenzione e allo stesso tempo diminuire i tempi nelle liste d’attese, per il cui fine stiamo investendo molto sia dal punto di vista finanziario che di risorse umane in grado di affrontare una dinamica così complessa, quindi psicologi, psichiatri e psichiatri infantili”. Per Leonardo Mendolicchio “la situazione dei DCA in Italia è abbastanza in stallo” spiega, “nel senso che ormai i servizi presenti sul territorio hanno introdotto tutte le risorse possibili su una popolazione che aumenta sempre di più dal punto di vista degli indici epidemiologici. Questo ha già prodotto una saturazione del sistema che fa fatica a dare risposte rapide e capillari sul territorio. In un contesto come questo la prevenzione è fondamentale, occorre ridurre il numero delle persone che si ammalano e in questo senso fare attività di formazione agli allenatori e agli insegnanti, ovvero agli educatori principali, è fondamentale in quanto possiamo ridurre l’impatto di alcuni fattori di rischio o fare una prevenzione secondaria accelerando i tempi di diagnosi e di presa in carico. Tutto ciò è quanto sta accadendo con il grosso impegno di Auxologico nelle scuole milanesi e nel territorio lombardo: questo crea una sensibilizzazione che si traduce in un rapporto molto stretto tra il mondo della sanità e il mondo dove i ragazzi vivono una parte importante della loro giornata, ovvero le scuole”.

“I social media funzionano come un grande specchio sociale che raddoppia la questione, sempre problematica, che una donna soprattutto si trova ad affrontare con la propria immagine riflessa. In particolare, essi propongono spesso un ideale di perfezione femminile, dato dal connubio magrezza/bellezza che in soggetti fragili può favorire l’insorgere di un sintomo alimentare come identificazione possibile ad un’insegna femminile sempre un po’ fragile. Non dobbiamo però confondere la portata sociale di un sintomo con la dimensione individuale dello stesso. Se da un lato la società capitalistica in cui viviamo concorre alla proliferazione di sintomi alimentari, cosiddetti alla moda, dall’altro non bisogna dimenticare la dimensione soggettiva di ogni sofferenza. I giovani hanno bisogno di essere ascoltati e visti nella loro singolarità che nessuna immagine ideale può rappresentare. Il consiglio che possiamo dare ai giovani è di ascoltarsi, di parlarsi, di parlare delle loro difficoltà. E di fare un buon uso dei social. Farne un buon uso significa saper giocare con il virtuale senza confonderne il piano con la realtà, fatta di figure umane la cui imperfezione sottolinea al tempo stesso l’unicità di ciascuno”, ha infine concluso Marina Colombari.

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