Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine del convegno “La grande Milano per l’Europa” organizzato da Italia Viva a Milano ha spaziato nel piagnisteo, nell’ovvietà, nella protervia, nella politica nazionale, vera culla del suo pensiero con una proiezione di sé nel futuro in cui Milano è ben poca cosa
Su una visita in città del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “non c’è nessuna novità, continuo a invitarla. Credo sia di utilità per tutti, essendo questo un territorio un po’ particolare, di innovazione, ricchezza, presenza di studenti universitari. Lei sa che quando vuole venire è la benvenuta ma non posso neanche più continuare a insistere”.
Alla luce del fatto che i progetti Pnrr li ha decisi da solo, che per il bene degli studenti ha fatto ben poco e che solitamente chiede risorse che non bastano mai, non ha mai pensato che Meloni ha i suoi tempi?
“Angelucci sta comprando un po’ tutto, è chiaro che in generale sarebbe meglio per il nostro Paese, come per tutti i paesi del mondo, avere una stampa, un’editoria un po’ meno nelle mani di persone che appartengono a un partito, questo è abbastanza evidente. Ho paura che ci si abitui sempre a tutto, che ci si rassegni anche un po’ al fatto che sia così, ma certamente non è qualcosa che ci convince”
Il paradosso è che nell’affermare l’ovvietà della stampa che deve essere libera, ha sempre cercato la sponda dei giornaloni di sinistra che hanno montato la narrazione di un Sala demiurgo, avulso molto spesso dalla realtà. Inutile sottolineare che i giornaloni amici sono i più diffusi in Italia. Ma libertà per Sala è essere politicamente corretto?
“Capisco le ragioni di Assimpredil Ance, dal nostro punto di vista non credo che possiamo comportarci che così e quindi prendere atto delle indagini in corso”. Sulle linee guida del Comune nell’ambito dell’inchiesta urbanistica, e sulle preoccupazioni avanzate dai costruttori di Ance rappresentati da Regina De Albertis, il sindaco ha continuato: “Al momento anche le nostre linee guida sono ovviamente costruite su quello che oggi capiamo, perché è un percorso non ancora definito.” Alla domanda se l’amministrazione comunale tema i ricorsi con le nuove regole, “Sì, li temiamo, ma il nostro mestiere prevede anche questo”. Che sarebbe a dire Io sono il Sindaco ed è così se vi pare”. Ascoltare in modo partecipativo? Non è nelle corde di Sala
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano