Che un elettore fermamente convinto e da sempre di sinistra cambi direzione, e improvvisamente alle urne voti per un governo di centrodestra. Quando, perché?
Anzitutto quando certi eventi che lui ha sempre creduto “propaganda fascista” lo toccano di persona: non credeva alle notizie dei frequenti borseggi sui mezzi pubblici, secondo certe consuetudini ROM, non credeva in genere che a viaggiare sui mezzi pubblici possa capitare di assistere ad abusi e violenze o anche esserne vittima, ma un giorno scende dal metrò e improvvisamente si ritrova nel panico: si rende conto di non avere più portafogli, documenti, soldi, carte di credito, patente ed altro che teneva incautamente in una borsa di pelle appesa al collo, ma pendente all’altezza del fianco. Lo sconforto e la sua rabbia nel vedere la cerniera della borsa aperta per poco più di metà, e il suo portafogli che non c’era più, era evidente, e qualcuno gli dice che dietro di lui c’era poco prima una coppia di ragazze ben vestite, che una di loro aveva una giacca sul braccio ma gli era soltanto sembrato che stessero parlando e ridendo tra loro, poi sono uscite velocemente dal metrò. Purtroppo non era così, le due stavano facendo ben altro, e il signore pur incredulo schizza fuori urlando tra la gente: fermate quelle due, mi hanno derubato!
Le autrici del gesto fuggono cercando di disperdersi, ma una delle due viene bloccata poco distante da vigili presenti e consegnata alle forze dell’ordine, si fa un bel verbale di denuncia ma ormai, del malloppo, nessuna traccia. Lo sventurato si sente doppiamente preso in giro il giorno dopo, sulla stessa tratta di metrò, quando in mezzo ad una moltitudine di visi sconosciuti scorge una delle due persone che il giorno prima lo aveva borseggiato. La sua espressione palesemente sorpresa e turbata, non sfugge alla persona che lo guarda a sua volta, degnandolo di un sorriso beffardo, e a questo punto scatta la riflessione amara: ma allora non era solo una “percezione” l’insicurezza che strillano a destra…
Non rassegnato, appena sceso vede un agente di Polizia nel mezzanino, lo ferma e gli chiede “scusi, ma perché le persone che derubano i viaggiatori vengono fermate da voi, ma sono nuovamente in metrò a rubare il giorno dopo?” L’agente lo ascolta, allarga le braccia e dice: “signore, lei ha tutte le ragioni del mondo, ma noi possiamo solo consegnare i ladri in Questura, vengono identificati e poi rilasciati, perché le nostre leggi non permettono di trattenere in prigione chi non ha accumulato pene detentive da scontare per almeno 4 anni. Quindi il magistrato di turno verifica, e in assenza di quel requisito non può far altro che scarcerare subito il ladro, con una denuncia a piede libero che non lo scoraggia di certo”.
Il signore, sconsolato, mormora : “ah…andiamo bene! Ma queste leggi andrebbero modificate, perché tutte quelle ragazze rom sono sempre all’opera? Io domani salgo in metrò, se vengo derubato ancora, magari addirittura dalle stesse persone, a chi mi rivolgo?” Il poliziotto: “guardi, è una domanda che si pongono ogni giorno decine di passeggeri derubati come lei, ma le risposte che possiamo dare sono sempre e solo “state attenti”, perché dall’alto nessuno protegge voi. Le sembrerà assurdo ed è quello che penso anch’io, ma con le leggi attuali finisce che vengano tutelati molto più spesso i delinquenti”.
Il signore allibito saluta l’agente e se ne va, ma tra sé e sé capisce che qualcosa non quadra. Allora è vero che capita spesso e a tanti, altro che percezioni… Qui ci vorrebbe polso, pugno duro, e quando nuovamente gli capita di sentire qualche personaggio affermare che a Milano non c’è alcuna emergenza criminalità, capisce che lo sta prendendo in giro da troppo tempo. Allora decide che alle prossime elezioni, come mi confessava un amico che votava PC, (rifondazione comunista) anni fa, la scheda finirà nell’urna con un voto diametralmente opposto. Quell’amico (purtroppo non più in vita) si era lamentato per anni di vandalismi, chiasso, degrado sotto casa sua, causato da attività di centri sociali e comunità di immigrati con scarsa educazione, ma le giunte di sinistra l’avevano sempre liquidato con inutili assicurazioni di interventi moderatori, adducendo motivazioni ideologiche: sono ragazzi che sviluppano attività socialmente e culturalmente utili, fanno un po’ di rumore ma bisogna avere pazienza. La sua pazienza però ebbe termine il giorno in cui, esasperato per non riuscire a riposare fino alle 4 del mattino, scese in strada pregando i ragazzi di abbassare il volume delle musiche e degli schiamazzi. Per tutta risposta venne prima apostrofato con appellativi truci (rimbambito, torna in casa e non rompere), e alla sua insistenza venne spintonato fino a farlo cadere battendo la testa sul marciapiede. Ambulanza, pronto Soccorso, contusioni varie, commozione cerebrale e 35 giorni di prognosi. Nella sua scheda elettorale, qualche mese più tardi, barrava il simbolo di Forza Nuova, lui che aveva sempre votato Prodi, Rutelli, D’Alema etc.
Reazione d’impulso, certo, quel partito non sarebbe mai potuto arrivare al governo, ma dopo le drammatiche esperienze di cui sopra, si rese conto che il buonismo e la tolleranza ideologica dovevano avere un limite, ed era stato abbondantemente superato.
