Non mi pare di averlo letto altrove, ma il nuovo documento Dignitas Infinita, pubblicato ieri dal Dicastero per la Dottrina della Fede, è chiaramente, ai miei occhi, l’atto riassuntivo del pontificato di Francesco. Il quale non intende rassegnare le dimissioni, ma ha già iniziato a preparare il proprio funerale. E in questo documento pone i pilastri per la sua biografia pontificale. Nonostante si tratti del Pontificato più intervistato, più squadernato e più frainteso (ve le ricordate le interviste senza registratore di Scalfari?), Papa Francesco vuole controllare il post. In particolare il post dottrinario.
Il sospetto è che il Pontefice senta avvicinarsi due conclusioni, una per la quale poco può fare, l’altra il cui peso spaventoso non intende accollarsi. Parlo della sua dipartita e dello scisma che incombe come una nube scura all’orizzonte. Alla prima ha dato risposta cambiando il rito funebre, con la bara chiusa. Alla seconda risponde con la Dignitas Infinita. Che appare un testo complesso da inquadrare.
Apparentemente non include grandi novità. Lo aveva premesso Fernandez, qui non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma forse questa frase va più in profondità di quanto non si credesse in principio. Perché nella Dignitas Infinita, c’è il compendio di quello che Francesco vorrebbe rimanesse. Riassume bene il concetto quanto riporta Vatican News:
“Non vuole essere “un vademecum” di cose già dette ma uno strumento “per raccogliere e consolidare quanto affermato dagli ultimi Pontefici e sintetizzare le novità offerte dall’attuale Papa su una questione strutturante del pensiero cristiano classico e contemporaneo”.”
Di cosa si parla? Del superamento del divario tra Cristiani della Morale (scuola Ruini) e quelli del Sociale (scuola Martini). Che si può anche leggere tradizionalisti contro progressisti. Oppure Americani e Africani contro Tedeschi e buona parte degli Italiani. Questo pontificato aveva cercato di chiudere la questione progressista aprendo al massimo consentito. Ha fallito. I Tedeschi non intendono cedere: vogliono tutto. Lo vogliono entro questo secolo. Lo vogliono prima che le tasse della loro Chiesa finiscano.
Il resto del Mondo, in particolare Africa e Stati Uniti non intendono cedere. E hanno dimostrato di avere la volontà di affrontare le Visite Apostoliche, le reprimende e i trasferimenti. Adesso, quindi, si tratta di trovare una soluzione che salvi la Barca di Pietro dallo scisma. E la chiave scelta è dire “comunque la pensiate, il centro è l’Uomo e la Sua Dignità, come segni tangibili della Grazia”.
Non è una enciclica, perché il cyberbullismo in una enciclica sarebbe stato fuori posto, ma è un documento che segnerà i prossimi anni. E sopratutto il prossimo Conclave. Che rischia di essere l’ultimo di una Chiesa senza scismi.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.