Alla fine anche nel 2024 la Finanziaria se la mangerà il Superbonus 110%, che insieme agli altri geniali bonus edilizi, toccherà i 220 miliardi di costo. Per ora. E se è legittimo pensare che si potesse fare meglio la norma, dobbiamo anche essere molto sinceri sul problema di fondo. Ovvero che ci sono delle realtà inevitabili in questo tipo di provvedimenti che rendono l’intera politica verde dell’UE una catastrofe al rallentatore. Se volete un esempio calzante pensate a un buco nero.
Noi profani di fisica ce lo immaginiamo come un punto molto piccolo, ma infinitamente denso da cui nulla sfugge. Le cose, mi dicono, sono incredibilmente più complesse. Di fondo, per come lo vediamo noi, è un collasso che avviene al rallentatore e non si compie mai del tutto, perché per formare la singolarità ci vuole un tempo infinito. Perché? Perché man mano che si procede ogni metro diventa più difficile da coprire richiedendo sempre più tempo.
Ecco, i profani di scienza economica pensano che la politica verde Europea sia un enorme investimento economico per abbattere le emissioni di anidride carbonica nell’aria. Ma si sbagliano. È un processo che durerà all’infinito perché, man mano che procede, i costi per sistemare gli edifici aumentano. Fino a diventare insostenibili per l’intero sistema. Il quale, purtroppo, non avendo scale cosmologiche può crollare su se stesso improvvisamente. E con danni paragonabili all’esplosione di una Supernova.
Questo rende sempre più chiaro che, per affrontare i cambiamenti climatici che ci sono già, sarà vitale abbandonare una prevenzione impossibile e dannosa. Passando a una gestione dei danni sostenibile. Il cui simbolo resta la manutenzione dei fiumi, che ancora nessuno fa. In attesa della prossima piena che si porti via illusioni e fallimenti.
Fino ad allora il Governo Meloni si troverà a dover fare la terza Finanziaria con i fichi secchi. E tenere insieme una maggioranza ridotta a platea di premitori di bottoni sarà sempre più difficile. Un prezzo probabilmente troppo alto per salvare il Pisquano Bruno Meridionale del Madagascar.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,