Forse ricorderete il caso dell’occupazione dell’Istituto Severi Correnti, finita con 70 mila euro di danni (conti della scuola). I colpevoli della devastazione non sono ancora stati individuati. Nel frattempo la scuola ha trovato i partecipanti più attivi, che hanno vinto pene dai 6 ai 18 giorni di punizione. Sopra i 15 rischia di scattare la bocciatura. I genitori sono perplessi. Riportiamo da Il Giorno:
“Nell’incipit della sentenza, oltre alla conta dei giorni, si legge la “finalità educativa”. Le famiglie stanno valutando se presentare ricorso. “Nessuno di noi vuole giustificare o sminuire quanto successo – la premessa di una mamma – resta la delusione per come è stato gestito il percorso. I ragazzi sono stati individuati sulla base di segnalazioni di altri, che hanno indicato in quali giorni li hanno visti. Sono stati tenuti sulla graticola due mesi e l’ultimo gruppetto lo resterà altri due, con la minaccia della bocciatura. Non capiamo il fine educativo”.
“I capi d’accusa sono cambiati in corso d’opera – continua un papà – dai danni alla partecipazione all’occupazione, all’avere messo in pericolo i compagni per la presenza della polverina degli estintori”. La conta dei giorni di sospensione sarebbe stata calcolata “sulla base di aggravanti, come il numero di testimonianze a loro carico, o di attenuanti, come l’avere risposto a tutte le domande”. “Giusto che si prendano le loro responsabilità, ma non che un piccolo gruppo paghi per tutti perché non si sono trovati i colpevoli e perché il ministro Valditara ha chiesto pene esemplari e bocciature. C’è chi sta andando dallo psicologo”, dice un’altra mamma.”
I genitori del Severi Correnti, dunque, non vedono la finalità educativa della sanzione. Mi sembra corretto, dunque, che il nostro giornale si metta a disposizione e contribuisca al bene comune fornendone una possibile, e a insindacabile parere di scrive (come i danni subiti dalla scuola conteggiati dalla scuola), assolutamente corretta interpretazione.
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“Studenti più coinvolti” è un simpatico eufemismo per “capi e istigatori”. Siccome non si può dimostrare che vi sia un capo senza una organizzazione, si è presa la scorciatoia di domandare: “chi dava gli ordini?” ai testimoni. Testimoni, chiaramente, altrettanto coinvolti. Ma prontissimi a scaricare i propri amici, che fino al giorno prima seguivano ciecamente. Prima grande lezione: non esiste onore tra gli insorti. Se le cose si mettono male, essere stati in prima fila si tradurrà nell’essere i primi anche davanti al plotone d’esecuzione.
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Incidentalmente: se i condannati avessero potuto (o voluto) fare i nomi dei vandali si sarebbero salvati. La bella notizia è che il primo che parla salva l’anno scolastico. Seconda grande lezione: si deve decidere di cosa si ha più paura e impegnarsi con dedizione per evitarlo.
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Valditara ha chiesto punizioni esemplari. La general-prevenzione è uno dei cardini per il calcolo delle pene. E non da oggi. È forse il meno glamour dei tre (con la retribuzione e la special-prevenzione). Ma esiste. È il motivo per cui l’omicidio stradale ha pene così alte. I vostri figli sono stati usati come esempio. Terza grande lezione: quando si vive in una società si può divenire dei moniti per gli altri. Non è bello, non è una gran consolazione, ma è una inevitabile realtà
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I genitori hanno davanti a sé la possibilità di fare ricorso. Questa è al differenza tra una dittatura e uno stato liberale. E per questo, si spera, un giorno deciderete di lottare: preservare la democrazia è una bella cosa, ma ricordate sempre che se oggi avete una speranza di non perdere l’anno è perché il sistema liberale non consente alla scuola di fare processi, veri o fantoccio, senza che una corte possa cassarne il verdetto.
Le prime tre lezioni sono per i genitori del Severi Correnti, per quanto si parli dei e ai ragazzi. L’ultima è esclusivamente per loro. Ovviamente ci si augura che i colpiti trovino il coraggio di denunciare gli infiltrati e salvare l’anno. Ma diversamente avranno scelto di pagare in prima persona per le colpe di altri. Se invece con questi esterni non dovessero c’entrare nulla ci si augura che la giustizia amministrativa possa rimediare al torto.
Ma la funzione educativa, comunque finisca, c’è. Può non essere una educazione condivisa dalle famiglie. Ma visti i risultati dell’educazione dei figli, forse, un paio di passi indietro i genitori dovrebbero farli.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,