MIA – Monza International Art presenta l’arte astratta e profonda di Ambra Bonizzoni.
Fasci di luce, ricerca di armonia ed equilibrio cromatico sono i tratti distintivi dell’artista Bonizzoni. Sensibile e dedita allo studio, Ambra coltiva la sua innata passione per l’arte diplomandosi a Milano presso l’Istituto d’Arte
Beato Angelico, una scuola che la formerà anche dal punto di vista spirituale. Ricevuto l’attestato di “Maestro d’Arte”, prosegue gli studi laureandosi all’Accademia di Belle Arti di Brera (laurea triennale e magistrale in arti visive sezione pittura). Qui incontra docenti che la aiutano a trovare la sua identità pittorica, tra questi i professori Stefano Pizzi, Marco Casentini, Paola Di Bello e Alessandro Mancassola.
In un mondo in continuo cambiamento, possiamo affermare che la tua arte racconta un’incessante evoluzione. Qual è il principio alla base della tua ricerca?
Non cerco “stabilità pittorica” anzi, amo mettermi in discussione e la sperimentazione è alla base del mio lavoro: fonte di ispirazione che muove la mano e poi il pennello/rullo/spatola. Lo studio e la ricerca del colore implicano uno spettro fatto di concetti e contraddizioni ancora misterioso e non completamente rivelato: uno spazio vasto, troppo vasto anche solo per poter pensare di riprodurlo su un semplice supporto. Cosa c’è di più canonicamente armonico nell’osservare due o più colori interagire tra loro? Cosa trasmette l’aver creato una nuova tinta sulla propria tavolozza? E dopo averla veicolata sulla tela? Per chiarire, non si tratta di cercare la fine e il traguardo del proprio lavoro, ma di renderlo e di rendersi evolutivi, propositivi e disposti a compromessi pur mantenendo la propria identità. È un cambiare rimanendo gli stessi, un deviare senza smarrirsi. I colori sono i protagonisti indiscussi delle tue opere e, attraverso il loro studio, vuoi trasmettere emozioni e sentimenti. Molte sono le tue fonti di ispirazione che ritroviamo in opere come “Senza Titolo: uno N”, puoi raccontarcela?
La ricerca pittorica è rimasta la mia fonte d’ispirazione principale; i fasci di luce sperimentati nel primo triennio universitario vengono riproposti in questo insieme di tele policromo. In questo Polittico il prodotto ottenuto è caratterizzato dalla duttilità visiva; può essere osservato con differenti combinazioni e di conseguenza non vincolato al verso con cui io l’ho realizzato, bensì può essere messo in discussione e quindi scomposto e ricomposto a discrezione dello spettatore che potrebbe cogliere un lato, una direzione o addirittura un angolo piacevole al suo occhio critico. In questo caso evocativa e fonte di idee è stata la visita alla collezione di Villa Panza di Biumo che ha contribuito a farmi approfondire materiali e tecniche. In questa splendida Villa sono conservate installazioni e opere di Robert Irwin e James Turrell, esponenti dell’Arte Ambientale, e di Dan Flavin esponente dell’Arte Minimale. Lo spettatore, osservando tali testimonianze, non può non esserne influenzato nell’animo e nel gusto artistico, come è successo a me con la mia ricerca pittorica, perché si tratta di composizioni estremamente particolari, basate su giochi di luce, materia e percezione prettamente personale che varia di occhio in occhio creando per ciascun individuo sensazioni differenti. Il colore, come sempre, è il protagonista principale e sebbene sia spesso sottovalutato, alcune volte anche ignorato, è in realtà una delle entità più complesse e misteriose che l’uomo tuttora non è riuscito a concepire nella sua totalità. Giochi di contrasti, sfumature e tonalità rendono ogni elemento esistente un soggetto unico e irripetibile, esattamente come lo sono due colori: mai esattamente uguali.
Se da una parte i tuoi colori lasciano una libera interpretazione, dall’altra desideri far emergere la tua personalità e i tuoi valori. Come sei riuscita a conciliare questi aspetti sulla tela?
Ho dipinto una serie di opere in cui emerge in modo esplosivo ma elegante un soggetto: la croce. Un elemento per me molto significativo e a ben guardare sempre presente nelle tele ma, in questo
caso, non è solo l’incrocio di due o più tratti ma il vero e proprio fulcro dell’opera. Essendo credente cattolica e avendo frequentato scuole di stampo cristiano non posso negare di esserne stata influenzata. Lo studio mi ha condotta successivamente a ritrovarmi di fronte ad artisti del calibro di Gerhard Richter, Hans Hartung e Piero Dorazio. Questi personaggi illustri, che non solo appartengono alla dimensione pittorica ma anche poetica e fotografica, mi hanno portata ad approfondire sempre più il mio percorso formativo e a scavare dentro me stessa per esaltare nuove sensazioni.
Come si evolverà la tua arte?
La mia arte è strettamente correlata alle mie esperienze, ai momenti che sto vivendo e a ciò che mi circonda. Nella mia crescita ed evoluzione artistica è sempre stato fondamentale il fattore umano: da piccolina sono cresciuta ammirando mia madre, anch’essa artista, e da lei ho tratto ispirazione; in Accademia ho avuto l’onore di conoscere grandi Maestri che mi hanno guidata con preziosi consigli, oltre che aiutata a capirmi, a esprimere le mie sensazioni, anche quelle più celate. Continuerò a sperimentare, come ho sempre fatto, senza adagiarmi in una comfort-zone: negli ultimi anni ho trovato un punto di connessione tra la mia arte astratta e la fotografia, mi sono avvicinata alla video-arte, ho sostituito la carta alla tela e guardato a opere di maggiori dimensioni. Non ho paura dei cambiamenti e, convinta sostenitrice di una continua evoluzione personale e artistica, non vedo l’ora di rendere concrete le attuali idee e le nuove suggestioni che la vita mi regalerà.
Dott. Francesca Provetti
info@monzainternationalart.com
Laureata in Economia e Commercio e in Marketing e Mercati Globali. Amante dell’arte e della cultura fonda l’associazione Mia-Monza International Art, di cui è presidente e direttrice. Organizza mostre ed eventi culturali. Pittrice e insegnante d’arte presso il suo studio a Monza.