La bioinformatica e la realtà immersiva sono due ambiti tecnologici all’avanguardia che stanno trovando applicazioni rivoluzionarie in diversi settori. Il caso Marco Pantani
Dal 12 aprile 2024, Google ha adottato i protocolli biometrici HBA (Human Biometric Avatar) per l’identificazione degli utenti, segnando un significativo avanzamento verso un futuro in cui la sicurezza digitale e la personalizzazione dei servizi raggiungono nuovi livelli di sofisticazione. L’Avatar Biometrico utilizza dati biometrici per creare un avatar digitale unico per ogni individuo, trasformandolo in una vera estensione dell’identità dell’utente nel metaverso.
Questo protocollo, inventato da Massimiliano Nicolini, direttore del dipartimento di R&S sulla VRO (Virtual Reality Overlay) e intelligenza artificiale presso la Fondazione Olitec, consente una scansione tridimensionale del corpo e del volto, trasformata in un modello digitale fedele e personalizzabile. Ogni avatar è associato a un codice identificativo unico che garantisce sicurezza e privacy nel metaverso.
L’adozione di questa tecnologia da parte di Google non solo rafforza la sua leadership nel campo della sicurezza digitale ma segna anche un momento di orgoglio per l’Italia, riconoscendo le radici italiane della tecnologia sviluppata da Nicolini. L’HBA è aperto all’uso da qualsiasi organizzazione o individuo, promuovendo un accesso democratizzato al Web3, basato sulla tecnologia blockchain.
Inoltre, l’HBA può essere impiegato in una vasta gamma di applicazioni, dalla personalizzazione avanzata di servizi online all’integrazione con sistemi IoT e veicoli interconnessi, migliorando sia la sicurezza che l’esperienza utente personalizzata. Con il suo potenziale di rivoluzione nel modo in cui interagiamo con la tecnologia, l’HBA pone anche sfide riguardanti la privacy e la sicurezza dei dati che necessitano di essere affrontate.
Massimiliano Niccolini è figlio d’arte, suo padre Giovanni – considerato l’erede professionale di Adriano Olivetti, uno degli industriali italiani più illuminati – aveva fondato la Olimaint nel 1981 per rispondere alla crescente competizione di giganti come IBM, che in quel periodo orientava la propria attività verso i servizi di manutenzione sotto la denominazione di Ibimaint. Da oltre un quarto di secolo, Nicolini guida il dipartimento di ricerca e sviluppo su intelligenze artificiali e VRO della Olimaint – oggi parte della Fondazione Olitec – e sviluppa soluzioni tecnologiche per aziende di varie dimensioni e ha pionierato l’applicazione della VRO in diversi settori come sanità, commercio, e turismo.
La bioinformatica e la realtà immersiva sono due ambiti tecnologici all’avanguardia che stanno trovando applicazioni rivoluzionarie in diversi settori. L’intersezione di queste tecnologie con vari campi sta portando a innovazioni significative del mondo che ci circonda: dal settore educativo all’agricoltura, dall’intrattenimento alla sicurezza sul lavoro, dalla medicina all’attività forense, come è avvenuto di recente per il caso Marco Pantani, grazie proprio alle tecnologie di OLITEC.
Dott. Nicolini la recente scoperta riguardante Marco Pantani ha evidenziato il potenziale rivoluzionario della bioinformatica, dell’algoritmica visuale e della realtà immersiva, aprendo nuove possibilità nella lotta contro il doping nello sport. Quali sono le prossime tappe della Fondazione Olitec in questo ambito e come prevedete di utilizzare la tecnologia per garantire un futuro più equo e trasparente nello sport?
Parliamo assolutamente di realtà che saranno sempre più integrate all’interno di tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, il caso di Marco Pantani ci ha permesso di esprimere in maniera completa le potenzialità della realtà immersiva e della bioinformatica e ha aperto una porta sul futuro relativa alla capacità e alla potenzialità della tecnologia di andare a raccogliere e analizzare informazioni anche a distanza di molti anni. Sicuramente l’analisi attraverso i sistemi lsminterceptor permettono di poter riuscire ad analizzare in tempo reale le prestazioni degli atleti e a fare delle comparazioni storiche, ovvero io posso analizzare la prestazione di un atleta oggi e contemporaneamente confrontarla con tutte le prestazioni precedenti questo mi permette per esempio di comprendere se ci sono degli incrementi non giustificabili a livello di prestazione a livello comportamentale e soprattutto anche a livello biologico da parte dell’atleta, può sicuramente essere un notevole passo avanti per quanto riguarda l’analisi e la verifica della correttezza dei comportamenti e quindi può essere soprattutto un deterrente molto forte per far sì che gli atleti non intraprendano la cattiva strada del doping
Qual è la sua visione sull’etica nell’innovazione tecnologica?
Credo fermamente che l’etica debba guidare lo sviluppo e l’uso della tecnologia. Tuttavia, è fondamentale indirizzare gli sviluppatori piuttosto che cercare di regolamentare la tecnologia in sé. L’intelligenza artificiale, per esempio, dipende interamente dagli esseri umani che la programmano. È nostro dovere assicurarci che venga usata per il bene comune.
La Fondazione Olitec collabora con altre istituzioni o aziende nel campo della ricerca e della formazione? Se sì, come queste partnership influenzano l’esperienza formativa degli studenti?
Collabora con diverse università ed altri centri di ricerca sia in Italia che a livello internazionale e queste partnership in realtà sono di incoming ovvero queste realtà mandano a specializzarsi da noi i loro allievi in queste materie in quanto il nostro livello di preparazione risulta essere tra i più alti a livello mondiale
Quali sono gli obiettivi formativi della scuola di formazione Olitec e come si integra con le attuali esigenze del settore tecnologico?
Gli obiettivi di formazione dei nostri allievi sono prevalentemente legati allo sviluppo di competenze nell’ambito della bioinformatica della realtà immersiva e nell’integrazione dei due sistemi delle due tecnologie, si integra perfettamente con le esigenze del settore tecnologico perché rientrano tra le figure che in questo momento sono ampiamente cercate dal mercato, si basti pensare che solo in Italia si cercano per la sola parte della realtà immersiva 76.000 addetti, e per quanto riguarda la bioinformatica la sola azienda Leonardo cerca 35.000 addetti specializzati da distribuire nelle aziende del gruppo, per cui parliamo di esigenze reali e di opportunità reali di inserimento lavorativo con retribuzioni di livello medio molto alto.
Quali sono i principali ambiti di studio presso la scuola di formazione Olitec e quali metodologie didattiche vengono adottate per preparare gli studenti alle sfide del futuro?
Noi prepariamo i ragazzi prevalentemente il bioinformatica realtà immersiva e nei fondamenti dell’intelligenza artificiale arrivando anche a studiare insieme le procedure e le routine che permettono ai sistemi operativi di funzionare, le metodologie didattiche utilizzate sono più che formative legate all’addestramento pratico sui sistemi e ad una vita di cooperazione con i colleghi all’interno delle strutture che è fondamentale per il futuro lavorativo degli stessi.
Potrebbe darci degli esempi di progetti o brevetti significativi sviluppati dalla Fondazione?
Tra i nostri progetti più importanti ci sono lo sviluppo del protocollo per l’Human Biometric Avatar, ora conosciuto come il wallet europeo, il protocollo OPM Chimera per la tutela dei diritti d’autore nel web3, L’OPM DP P24 per la ricostruzione forense delle scene del crimine e l’OPM BLGM1, un dispositivo antiviolenza che crea una “cupola” digitale di protezione attorno all’utente, ma anche il telefono basato su connettività satellitare e DNA ed i dispositivi bioinformatici per il reinserimento sociale.
Giornalista, autrice e conduttrice tv ha prodotto per quasi un decennio un noto programma televisivo sull’arte e la cultura in Sicilia, Profile Magazine tv.
Scrive per diverse testate ed è stata Direttore Responsabile di CulturaIdentità.
Oggi è Coordinatore Nazionale e responsabile della comunicazione dell’Unione Nazionale Vittime(UNAVI).