Siamo alle solite: anche stavolta la giunta gretina non perde occasione per demonizzare chi guida un mezzo privato, ma anche per pianificare una soluzione a medio termine che penalizzerebbe ancora di più i cittadini.
Si sono appena concluse la 62esima edizione del Salone del Mobile, e il Fuorisalone, che come ogni anno attrae turisti da tutto il mondo; giusto per fare delle cifre: +17,1% rispetto al 2023, e 361.417 presenze, pari a +100mila rispetto al 2022.
Un’affluenza straordinaria, che ha sfondato il muro dei livelli pre Covid.
In questa occasione, Milano ha dovuto affrontare un parziale blocco del traffico, durante lo svolgimento dei vari appuntamenti collegati al Salone del Mobile, così come ai molteplici eventi legati al Fuorisalone.
Alcune strade sono state chiuse di volta in volta, e a seconda delle esigenze del momento; per altre, invece, il Comune ha deciso di procedere con un blocco per tutta la settimana, a orari prestabiliti, sia nei giorni feriali che nel week-end, e comunque per l’intera durata della Design Week.
Alcuni esempi?
Via Solferino e numerose strade della zona Tortona, che è da sempre un punto di riferimento del Fuorisalone, e anche quest’anno non ha deluso le aspettative.
Per chi in questi giorni si è trovato a transitare con auto propria in zona Tortona, ecco un elenco delle chiusure in cui si è imbattuto: via Tortona, Via Savona, da via Voghera e via Savona, via Bergognone, da via Solari alla ferrovia, Via OrsePietro, Via Montevideo, da Via Solari a Via Savona, Via Cerano, da via Savona a via Voghera; Via Novùi; Via Forcella, Via Bugatti, Via Stendhal, da Via Savona a Via Tortona, Via delle Foppette, Via Ventimiglia, Via Bobbio, Via Barbavara, Largo delle Culture, e Piazzale Stazione Genova, lato ferrovia.
Inutile rimarcare il fatto che queste chiusure hanno intralciato, e notevolmente rallentato, il traffico di ogni giorno; il sindaco Beppe Sala qualche giorno prima aveva invitato i cittadini a servirsi dei mezzi pubblici: una scelta apparentemente sensata, ma che non prendeva in considerazione le esigenze di quelle categorie di persone necessariamente legate all’utilizzo dell’auto propria, dai camioncini che consegnano generi alimentari o altro, ai genitori che accompagnano i figli a scuola, ecc. ecc.
C’è “ tutto un mondo” che si deve muovere necessariamente in auto, ma questo non sembra interessi granché al sindaco e alla sua giunta ormai da tempo, quasi come se il trasporto di beni e persone, compreso anziani e disabili, sia totalmente avulso dalla società attuale, che si fregia di portare avanti proposte “green” soltanto quando fa comodo, ma che in realtà non ha poi così tanta cura dell’ambiente.
Basti pensare alle conseguenze dei recenti nubifragi che hanno colpito Milano, anche a causa dell’incuria del verde, alla sconsiderata abitudine della non potatura degli alberi secolari, alla scarsa manutenzione dei tombini, e alla trascuratezza delle strade: sembra, infatti, che le buche formatesi causa le piogge recenti saranno sistemate seguendo tempi lunghissimi, parrebbe addirittura a fine anno!
Eventi come quelli appena conclusi non incontrano peraltro il gradimento di molte persone, che quindi subiscono le chiusure al traffico con un disagio amplificato.
Siccome al peggio non c’è mai limite, il sindaco, durante una sua diretta Instagram qualche settimana fa, ha annunciato che questi provvedimenti potrebbero diventare definitivi, come già accaduto con via Durini in passato: una o più strade chiuse momentaneamente al traffico diventerebbero una sorta di Ztl permanente.
“La mobilità, ha detto il sindaco, è uno dei problemi della settimana del Fuori Salone; consiglio di lasciare a casa l’auto. Ma il tema può essere utile per fare esperienza. Nel 2023 abbiamo chiuso via Durini. La chiusura era legata anche a lavori in corso, ma il Municipio 1 ha deciso di renderla permanente. Qualcosa che è pensato per la Design Week può dunque diventare permanente”.
“Quest’anno – aveva annunciato – replicheremo l’idea in altre realtà. Non so se poi saranno chiusure permanenti, ma sarà l’occasione per sperimentare la possibilità di cambiare il modo di vivere le nostre strade”.
Francamente non so più cosa aspettarmi da questa giunta, che sembra aver perso totalmente di vista le necessità quotidiane di chi ha forzatamente bisogno di spostarsi con un’auto propria per lavoro.
I mezzi pubblici, anche se funzionassero a pieno regime, non basterebbero comunque a colmare le necessità di tutti.
Milano non è Parigi, che vanta ben 14 linee della metropolitana, compreso quelle che si estendono all’interno delle zone centrali e più turistiche, mentre le linee RER arrivano più in periferia.
Non prendo neanche in considerazione gli spostamenti in bici o in monopattino, in quanto decisamente penalizzanti sotto tanti aspetti.
Non si può onestamente pretendere dai cittadini degli sforzi così onerosi, come rinunciare al diritto di spostarsi liberamente; vietare, chiudere e non offrire servizi adeguati in cambio!
Le persone devono essere libere di muoversi come meglio credono, nel rispetto della comunità a cui appartengono; il diritto di libertà e centralità della persona è incontestabile, e si pone inequivocabilmente in un contesto democratico e di uguaglianza.
Perché chi utilizza l’auto deve sempre giustificarsi con la necessità lavorativa? E chi fa la spesa settimanale? Perché dovrebbe trascinarsi pesanti borse con merce deperibile sugli autobus-uno-ogni-20-minuti?
Certamente scorrazzare ogni giorno senza meta per le strade è deprecabile, ma con il traffico che c’è nelle ore di punta è puro autolesionismo. Milano ha una popolazione con età media elevata figlia dell’era dell’automobile, molti sono pure malati cronici e muoversi con la propria auto è un gran sollievo. Perché punire anche chi cumula poche migliaia di chilometri all’anno?
Concordo perfettamente! Io ho fatto soltanto un paio di esempi per dare una motivazione “saggia” all’uso di un’auto propria, ma ce ne sono tanti! Purtroppo questa giunta fa orecchio da mercante…
Un bell’articolo, Loredana. Brava.
Grazie mille Giorgio!