Alessandra Franzi è candidata al Parlamento europeo con la Lista Stati Uniti d’Europa.
Nata e cresciuta a Milano, vive da 18 anni a Londra dove si è affermata nel mondo dell’arte. Con la sua “Life for Children Foundation” si occupa di sostegno ai bambini in difficoltà nel mondo.
Alessandra, può parlarci del problema che vuole portare all’attenzione delle istituzioni europee e delle sue proposte?
Come madre di due figlie, una adolescente, conosco da vicino i rischi della dipendenza dai social media che affligge tanti giovanissimi. Parliamo di bambini e preadolescenti tra i 10 e i 13 anni, quelli che definiamo “very young teens”. L’esposizione costante e incontrollata ai social può avere gravi ripercussioni sul loro benessere psico-fisico e portare a conseguenze fino al cyberbullismo, interferenze con il sonno e pensieri suicidi. È un’emergenza sociale che colpisce milioni di famiglie in tutta Europa, ma di cui si parla ancora troppo poco. Con la mia candidatura alle elezioni europee, voglio portare questo tema all’attenzione delle istituzioni e proporre 11 azioni concrete per una direttiva che regolamenti l’uso dei social almeno fino ai 16 anni e tutelare i nostri figli.
Quali sono le principali proposte per affrontare questo problema?
Le proposte sono 11 e mirano ad affrontare il problema da più punti di vista in modo coordinato. In primo luogo, è essenziale introdurre una legislazione che disincentiva economicamente le piattaforme social a produrre determinati caratteristiche di prodotto che causano esternalità negative sui ragazzi; introduzione dell’educazione digitale obbligatoria nelle scuole fin dalle elementari per fornire ai giovani gli strumenti per un uso consapevole dei social. Un’altra proposta chiave è la creazione di un’autorità europea dedicata alla protezione dei minori online. Propongo anche l’istituzione di un “patentino digitale” per l’accesso ai social e campagne di sensibilizzazione per genitori e famiglie. Credo siaimportante poi promuovere la ricerca, coinvolgere gli attori chiave e adottare una carta dei diritti dei minori a livello europeo. Solo un intervento deciso e coordinato tra famiglie, scuolae istituzioni può fare la differenza.
Qual è l’obiettivo finale che vuole raggiungere con la sua candidatura?
Il mio obiettivo è contribuire concretamente e attivamente a creare un ambiente digitale sicuro e protetto in cui i nostri giovani possano crescere, imparare e interagire in modo positivo. La vera posta in gioco è il loro benessere psicofisico e di conseguenza il futuro dell’Europa. So che non sarà facile e ci vorrà il contributo di tutti, ma sono determinata a portare avanti questa battaglia perché penso che la salute mentale dei minori debba essere realmente una priorità per le istituzioni europee. Se sarò eletta, intendo lavorare a stretto contatto con altri parlamentari, gli stakeholder chiave e le famiglie, per dare finalmente una risposta concreta a questa emergenza silenziosa.
Perché ha deciso di candidarsi proprio con Stati Uniti d’Europa?
Ho sempre partecipato al dibattito politico nella comunità degli italiani all’estero. Stati Uniti d’Europa è una lista realmente transnazionale, l’unica che può portare avanti la mia battaglia a livello sovranazionale. Il problema riguarda tutti i Paesi Ue, serve una soluzione condivisa. Inoltre, il loro programma come l’abrogazione del diritto di veto, un ampliamento del bilancio europeo e una difesa comune, si allinea perfettamente alla mia proposta, ponendo
anche al centro gli aspetti sociali e il benessere delle future generazioni in un’ottica di cittadinanza culturale europea. Sentivo che con loro avrei avuto maggiori possibilità di far approvare le mie proposte e creare un cambiamento strutturale a livello continentale.
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