Matteom Passoni

Matteo Passoni: “Corro per difendere cacciatori e legali detentori di armi”

Attualità

In un’epoca di politicamente corretto che diventa molto spesso eticamente corrotto, è rinfrescante parlare con chi si impegna per difendere la libertà di difendersi. Dai criminali, che il buonismo lascia impuniti, e dalla natura, che chi abita in città non capisce più e lascia libera di mettere a rischio vita e proprietà degli agricoltori. Ne parliamo con Matteo Passoni, candidato alle elezioni Europee con Forza Italia, collegio Nord Ovest.

Partiamo dalle basi, parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Matteo Passoni, sono un padre di famiglia, un imprenditore nel settore delle carabine per il tiro a lunga distanza, un armaiolo, uno sportivo. Ho accettato la proposta di candidarmi in Forza Italia alle elezioni europee che si svolgeranno l’8 e 9 giugno 2024. Il mio impegno e il mio scopo sono rivolti al mondo dei legali possessori di armi: sportivi, cacciatori, collezionisti e semplici appassionati. Per noi che chiediamo solo di poter continuare a praticare le nostre attività tradizionali, sane, all’aperto e nel rispetto delle leggi. Senza continui e pretestuosi attacchi fuori dalla logica, ma solamente ideologici. Mai come in qu sti anni sono molteplici gli aspetti critici sul piatto della bilancia a livello europeo. Se da un lato Bruxelles può apparire lontana, in realtà quanto si decide in quella sede poi diventa obbligatorio per i singoli Paesi dell’Europa.

Quali sono le tue priorità in questa corsa?

Attualmente dobbiamo risolvere come forza di governo europeo (PPE) il problema del LUPO che attualmente non è controllabile poiché l’Italia non è inserita nel novero delle nazioni in cui si possa agire in deroga alla convenzione di Berna sul lupo. La mia prima azione sarà di far inserire l’Italia nei Paesi europei che possono agire in deroga alla convenzione di Berna. In alcuni Stati dell’Unione Europea (es. Finlandia, Romania, Slovacchia, Spagna, ecc.) il lupo è inserito nell’Allegato V di tale direttiva: la caccia è ivi legale ma limitata. In altri Stati dell’UE, tra i quali l’Italia, il lupo è inserito negli allegati II e IV: la caccia non è consentita.
Compiuto questo passo sarà facile operare un emendamento in sede nazionale alla Legge 157 e quindi poter abbattere i capi eccedenti la numerazione prevista, poiché il lupo è un canide e razza due volte l’anno generando 10 nuovi lupi ogni anno. Deve essere controllato in modo scientifico e serio.

Parliamo di una emergenza che vede uniti allevatori e cacciatori: la Peste Suina Africana.


Ogni allevatore deve fare la sua parte per proteggere i propri animali e la propria impresa agricola, attraverso il monitoraggio continuo degli animali e controllando tutti gli accessi in azienda. È fondamentale attivare le procedure di biosicurezza, garantendo un’adeguata pulizia e disinfezione di tutti gli ambienti, delle attrezzature utilizzate e del personale in allevamento. Ad esempio, deve essere prestata particolate attenzione alle ruote di tutti i veicoli, siano essi camion, furgoni, fornitori di mangimi, dipendenti o auto dei visitatori che accedono all’allevamento.
Tutti devono essere puliti e successivamente disinfettati ogni volta che entrano o escono dal sito, cercando comunque di limitare gli accessi e consentire solo quelli strettamente necessari. È fondamentale potenziare le recinzioni per evitare il contatto con i selvatici e formare il personale sulle procedure di protezione, prevenzione, pulizia, disinfezione e disinfestazione.
Dal momento che la PSA è un’epizoozia altamente contagiosa, vige l’obbligo di notifica per tutti coloro che detengono, accudiscono o trattano animali. I casi sospetti devono essere immediatamente notificati al veterinario. Purtroppo non esiste ancora un vaccino contro la PSA, ma gli allevatori di suini possono ridurne notevolmente il rischio rispettando le semplici misure di biosicurezza menzionate.
Le strategie da mettere in campo per prevenire l’introduzione dell’infezione sono diverse:
1. rafforzamento sorveglianza passiva: individuazione precoce di possibili casi nei cinghiali à test diagnostico su tutti i cinghiali rinvenuti morti (anche a seguito di incidente stradale) o abbattuti in condizioni particolari (ad es. capi scarsamente reattivi abbattuti in prossimità di fondi agricoli o centri abitati);
2. campagna di informazione e sensibilizzazione per eliminare o limitare i comportamenti a rischio à possibili conseguenze economiche e sociali; coinvolgimento di tutte le categorie di persone che frequentano luoghi popolati da cinghiali, supporto di: ASL, forze dell’ordine (es. carabinieri forestali), associazioni di categoria;
3. piano di formazione specifica (incluse l’elaborazione di linee guida e materiale formativo) a cacciatori, forze dell’ordine e tutte le categorie cruciali in termini di prevenzione dell’introduzione (e diffusione) del virus PSA.

Altri punti nel tuo programma?

: • A livello europeo, la caccia è una attività praticata da oltre 10 mila anni e oggi coinvolge ben 7 milioni di persone, 120 mila aziende famigliari con 800.000 lavoratori. Oggi la caccia intelligente è orientata e gestita secondo criteri scientifici, rispettosa dell’agricoltura e dell’ambiente. Essa rappresenta uno degli elementi fondamentali nel la conservazione ambientale e faunistica. Occorre fare fronte alle spinte oltranziste dell’animalismo militante, che mirano a limitare o addirittura vie tare questa attività, su indicazioni erratamente emotive, invece che affidarsi alle leggi biologiche e alle conclusioni scientifiche delle istituzioni, scaturite dal confronto con le associazioni venatorie e agricole. Le quali studiano e conoscono in modo più approfondito il territorio e le tematiche connesse. La caccia, infatti, rientra in un concetto più ampio di ruralità, che è la vera tutela del territorio.

Circoscrivere l’uso del piombo extra zone umide: a fronte di una timeline molto pressante da parte del comitato Reach, per la messa al bando del piombo non solo a caccia nelle zone diverse dal le zone umide, ma anche nell’attività sportiva, permangono le problematiche tecnico-industriali relative ai materiali alternativi. In particolare, per quanto riguarda i piccoli calibri e l’aria compressa, occorre il massimo impegno quotidiano perché il progetto di messa al bando del piombo non si trasformi in una minaccia reale per le attività del tiro sportivo, specialmente in quegli impianti di tiro nei quali già da anni il recupero del piombo è assicurato.

L’attività sportiva o caccia con armi da fuoco sono oramai transnazionali a livello europeo. Ancora oggi, tuttavia, esistono numerose problematiche al di fuori dei propri confini nazionali, che sono motivate delle differenze a livello normativo dei singoli Paesi membri. Occorre armonizzare subito le legislazioni e le procedure per i tiratori sportivi e tutti i cacciatori, che praticano attività a livello internazionale, affinché esse siano semplici, omogenee, sicure e chiare per tutti.

Il giusto contrasto al commercio illegale di armi non deve essere il pretesto in ambito europeo per imporre, con lo strumento della direttiva europea, limitazioni sulle armi legalmente acquistate, trasportate e detenute. Le quali nulla hanno a che vedere con la sicurezza dei cittadini. Queste limitazioni si riflettono inutilmente sui privati e soprattutto sulle aziende artigiane che operano nel settore, che nulla hanno a che vedere con il commercio di armi militari, bensì per le attività di vendita e produzione in ambito sportivo, venatorio, collezionistico. Occorre dire basta senza paura e invertire la rotta in questo senso, su basi logiche e scientifiche, non emozionali. C’è bisogno di una persona che eserciti una specifica quanto puntuale educazione nei confronti dei media e dei parlamentari europei, al fine di far comprendere in modo chiaro e netto quali sono le distinzioni chiare.

Rispetto al commercio, il trasporto, il possesso legittimo di armi occorre far capire bene la differenza, terminologica e sostanziale tra i vari ambiti che sono tra loro diversissimi, la confusione mentale su questi argomenti ha creato già troppi danni. In modo particolarmente ampliati da provvedimenti normativi scritti con un linguaggio con fuso, non specifico e non tecnico. Per esempio: il 22LR non è munizione da arma corta, lo dice il suo nome stesso (long rifle). Serve chiarezza e armonizzazione.

L’agricoltura va protetta e incentivata, soprattutto per aziende sotto i 200 ettari, ovvero famigliari. Essa è l’arte e la pratica di coltivare la terra per ottenerne prodotti sani per l’alimentazione delle persone e degli animali e anche per la produzione materie prime per numerose industrie (cotone, lino, semi oleosi e così via). In senso più ampio, include anche l’allevamento del bestiame e la coltivazione dei boschi. L’agricoltura è il fondamento dell’economia dei popoli europei. Bisogna difenderla perché solo il contadino si prende cura, giorno per giorno, del la sua terra.

Grazie, torneremo sicuramente a parlare di molti di questi temi, così importanti per gran parte dell’elettorato.

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