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Ordine dei Giornalisti, querela del Comune di Milano a Barbacetto ‘odiosa e abnorme’

Milano

“No a querele e richieste di danni ai giornalisti da parte della Pubblica amministrazione”. E’ la presa di posizione dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia di fronte alla decisione del Comune di Milano di chiamare in giudizio, in sede civile, con richiesta di risarcimento danni, il giornalista de Il Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto per i suoi post pubblicati dopo l’apertura dell’inchiesta giudiziaria sull’urbanistica.

L’Ordine dei giornalisti della Lombardia “non può che ripetere un punto fermo del proprio approccio ai temi della libertà di informazione: la pubblica amministrazione, tenuta a rispettare i principi della Repubblica e del sistema liberaldemocratico che l’anima, è tenuta anche a rispettare la libertà di espressione e il diritto di informazione e di critica che sono il centro attorno cui ruotano questi principi”. “Querele per diffamazione, per quanto legittime – scrive l’Ordine – sono quindi uno strumento odioso quando proposte dal settore pubblico; e ancora più odiosa è la richiesta civile di danni, uno strumento abnorme introdotto per via giurisprudenziale nel nostro ordinamento”. “A disposizione della Pubblica amministrazione c’è, nei casi in cui si temano davvero abusi del diritto di informare e del dovere di farlo correttamente, il Consiglio di disciplina territoriale, che lavora a pieno ritmo e ha soltanto bisogno, per poter davvero essere efficace, di un quadro giuridico che permetta la piena pubblicità delle proprie decisioni – conclude l’Ordine dei giornalisti della Lombardia -. Su questo tema ci piacerebbe che le pubbliche amministrazioni e il mondo politico della Lombardia si impegnino al nostro fianco, così come sul problema delle querele e citazioni temerarie”. “

É una decisione della giunta, se qualcuno vuole dare una lettura politica lo faccia pure – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala a margine di un convegno dedicato alla memoria di Giacomo Matteotti a 100 anni dalla sua uccisione da parte del regime fascista – . Ma la nostra azione è a tutela prima di tutto dei dipendenti del Comune di Milano, non è che uno può dare dei presunti ladri a dei funzionari amministrativi e pensare che non succeda nulla”. “Capisco che faccia comodo dare una lettura politica di questo ma noi nella discussione di giunta abbiamo sottolineato il fatto che era nostra responsabilità difendere i funzionari e i dirigenti del Comune – ha concluso -, a cui é stato dato dei presunti ladri, e questo non va bene”.

Il Fatto Quotidiano in edicola ieri e l’edizione online del quotidiano diretto da Marco Travaglio dedicano ampio spazio alla vicenda titolando “Milano, la mani (da nascondere) sulla città” riepilogando le notizie sull’inchiesta: “Sacco edilizio. Sull’urbanistica meneghina già aperte dieci inchieste ma i progetti con caratteristiche simili sono oltre 150”. Sotto la lente degli inquirenti milanesi, che ipotizzano gli abusi, ci sono le nuove costruzioni avviate con la Scia come ‘ristrutturazioni’ invece che con le più articolate e complesse procedure edilizie per i nuovi edifici. “Delibera contro il cronista: Sala ora intimidisce”: questo il titolo dell’articolo dedicato alla decisione della Giunta di Palazzo Marino di procedere a una querela e a una richiesta di danni nei confronti di Barbacetto.

Sulla querela a Barbacetto si è espresso anche consigliere Carlo Monguzzi (Verdi) “chiedo che il Comune e la Giunta ritirino questa querela.  Dice un grande cronista: il mestiere dei giornalisti è essere il cane da guardia del potere. Questa querela va assolutamente ritirata. Non si nasconda il sindaco dicendo che la querela è stata fatta per tutelare i funzionari, è invece una decisione politica terribilmente sbagliata.”

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