Come ha fatto notare il Consigliere Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico: “le deroghe si possono fare. Se c’è la volontà politica di farlo.”. E così è avvenuto ieri pomeriggio, con il centro comunale dedicato a Michela Murgia. Come racconta Repubblica:
“Il Centro Civico di via Quarenghi 21, nel Municipio 8 di Milano, cambia nome e pelle. Ieri infatti la struttura, che ospita gli uffici dell’anagrafe municipale, una biblioteca rionale e un auditorium, è stata intitolata a Michela Murgia, scrittrice e attivista scomparsa lo scorso agosto.”
Ne avevamo già parlato anche noi. Il tema è che a Silvio Berlusconi non si vuole dedicare nulla, per mera volontà politica. Altro che leggi. Qui non si tratta di bypass delle regole: è proprio la norma che non contempla nelle limitazioni i centri culturali. O gli aeroporti. Il vero problema è solo l’odio sotterraneo della sinistra e quel sottile velo di ipocrisia di chi boccia la richiesta di intitolare a Silvio Berlusconi un pezzo di Milano perché non sono trascorsi dieci anni, ma solo dodici mesi. E poi intitola un centro culturale a Michela Murgia, dopo solo dieci mesi dalla dipartita.
Peraltro, Michela Murgia non era certo una figura che portava con sé unità. Anzi. Era orgogliosamente divisiva. Suo precipuo diritto, ci mancherebbe. Ma se funziona che la divisività non è un problema finché si compiace la maggioranza di turno, ne prendiamo atto. E ne dovranno prendere atto anche quelli che oggi festeggiano, quando finalmente finiranno in minoranza.
Chissà perché, ma sospetto che non saranno così accomodanti quando toccherà ad altri decidere le intitolazioni.
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Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,