Prefettura, medaglia merito civile ad Aned: cerimonia con Piantedosi e Segre

Milano

L’Aned, Associazione Nazionale ex Deportati ha ricevuto la Medaglia d’oro al Merito Civile.

L’onorificenza è stata riconosciuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e consegnata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in una cerimonia presso la Prefettura di Milano. Hanno preso parte alla consegna la senatrice a vita Liliana Segre, il presidente nazionale di Aned Dario Venegoni, il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia e Milena Bracesco, figlia di un ex deportato. Presenti anche il questore di Milano Bruno Megale e la vicesindaco Anna Scavuzzo, oltre a diversi rappresentanti dell’Associazione.

“Siamo estremamente orgogliosi di questa onorificenza che ci viene data dalla Repubblica. Noi tutti siamo preoccupati per la piega che ha preso la politica in questo paese, ma credo che questa medaglia rafforzi una nostra visione che è quella di essere molto legati ai valori della Costituzione – ha affermato il presidente Venegoni a margine della cerimonia – E quindi ci dà anche più forza nel difenderli e riportarli ai giovani come abbiamo sempre fatto. Questa è un’associazione di persone che ha sofferto enormemente ma che ha avuto la forza di stringere gemellaggi tra le città dove esistevano i campi e le città da cui sono partiti la maggior parte delle vittime di quei campi. Gemellaggi tra opposti che è il segno di una pacificazione e della memoria vera, della consapevolezza dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti”.

Durante il suo intervento pubblico il ministro Piantedosi ha riconosciuto come la consegna di questa medaglia sia “un po’ tardiva, ma è un riconoscimento meritato” e ha continuato denunciando l’aumento di sentimenti di odio e antisemiti: “Viviamo l’epoca in cui, come sappiamo, gli scenari di guerra si sono affacciati nel nostro continente. Dal 7 ottobre abbiamo registrato questo rinascente sentimento di antisemitismo”. A fine intervento ha ricordato il valore della memoria citando la frase di Primo Levi “se comprendere è impossibile conoscere e fondamentale”.

Il ruolo della resistenza antifascista è stato sottolineato dalla senatrice a vita Segre. “In Italia ci fu una reazione antifascista e antinazista molto più forte che in altri Stati europei” ha evidenziato durante il suo intervento. Segre, socia dell’Aned dal 1958, ha affermato: “Ho un ricordo fotografico della prima volta in cui sono stata ospite dell’Associazione. Mi ricordo esattamente di aver detto ‘io non sono degna di esser tra voi’. Perché la deportazione ebraica era fatta per colpa di esser nati, non perché questo gruppo di disperati si fosse messo contro il regime di allora. Era una questione razziale. Di razza superiore che decideva di annientare quella cosiddetta inferiore. Io, sopravvissuta ad Auschwitz, nonostante questo, non mi sentivo all’ altezza di quelli che avevano scelto una strada difficilissima. Quei fratelli che avevano scelto un’esperienza di vita indimenticabile erano lontani da me che avevo 13 anni e venivo da una famiglia laica”.

Infine, sul conferimento dell’onorificenza, “Mi fa tanto piacere questa onorificenza arrivata molto tardi ma per fortuna arrivata. L’Aned ha il merito di guardare al futuro, di non accontentarsi degli orrori del passato ma di coltivare le nuove generazioni che non conoscono la storia e lo siamo testimoni tutti i giorni. Basta aprire la televisione e vediamo delle cose nel mondo e in Europa che non avremmo voluto vedere. Il mio pessimismo naturale mi porterebbe a dire che forse tutto è perduto visto gli aspetti geografici, politici, morali, etici che ci pungono ogni giorno con violenza enorme. Voglio essere una figlia dell’Aned, non voglio essere una futura bisnonna come sto per essere di una bambina che non conosce il passato. Quelli che sono giovani devono studiare la storia ed essere la nostra speranza per il futuro”. Anche grazie al lavoro di testimonianza portato avanti dall’Aned, Milena Bracesco, figlia di un ex deportato, ha potuto ricostruire la storia di suo padre, ex partigiano e antifascista. “Ero molto piccola, non sono testimone di prima mano ma ho ricostruito la storia di papà con i racconti della famiglia e degli amici deportati che sono ritornati, con le ricerche di Aned – ha raccontato – Scopri un giorno le lettere di papà, inviate da Fossoli, finalmente conobbi l’antifascista, il padre. La cerimonia di oggi è un tumulto di emozioni, di ricordi, degli anni trascorsi” ha concluso

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