Sala non è il sindaco di Bruxelles che non mi risulta che sia paternamente tollerante di fronte alle occupazioni abusive. D’altronde a Bruxelles non mi risulta esistano centri sociali che ripetano la moda milanese, ma esistono le case popolari ben regolamentate per i non abbienti. Notizie queste che a priori occorre siano valutate dall’europarlamentare Ilaria Salis che comunque potrà spostare il movimento da lei fondato anche in sede europea, occupando edifici ad hoc. Perché altri progetti non si conoscono e il diritto alla casa può essere un inizio, considerato che 16mila euro di stipendio mensili forse non saranno sufficienti per pagare un affitto.
Nata borghesuccia, di famiglia benestante, mantiene nel DNA una voglia trasgressiva che la spinge alla lotta tra i compagni di merenda che deve tenersi stretti. Un bacino di voti che arriva dall’area antagonista e anarchica, tutti della generazione Z sui social, che commentano “Sì ragazzi, voto già per lei non dovete cercare di convincermi“, scrive uno. E poi ancora: “Era già basata per aver picchiato dei nazisti, non c’è bisogno di impreziosire il suo cv“, “Ha fatto bene Dio c*** , occupare è un diritto“, “Benissimo così, servono più occupazioni a Milano e nelle altre città maggiori dove la situazione degli affitti è insostenibile. Se ai bastardi piace la competizione c’è da fargli sentire com’è perderla, questa competizione“.
E a Milano dove la Salis ha raccolto più voti, si è reso manifesto quanto sia radicata una generazione che si rivede nei valori comunisti, per non dire leninisti. Tolleranza senza un ripensamento di Sala, anzi. A quando l’esproprio proletario?
Un humus che ha prodotto l’icona Salis, che calpesta le leggi, che assolve e autoassolve da ogni reato tale per i benpensanti. Occupazioni, morosità, aggressioni? Tutto è lecito per la sinistra.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano