In Triennale Milano ‘Roberto Sambonet. La teoria della forma’

Cultura e spettacolo
 Chiude l’8 settembre la mostra Roberto Sambonet. La teoria della forma, a cura di Enrico Morteo e con progetto di allestimento di Daniele Ledda, XyComm.
L’esposizione, visitabile in Triennale Milano fino all’8 settembre 2024, la più ampia mai realizzata su questo grande artista e progettista, celebra il centenario dalla nascita di Sambonet attraverso oggetti, disegni, dipinti e documenti in gran parte inediti, provenienti principalmente dall’Archivio Pittorico Roberto Sambonet.

Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale Milano, sottolinea: “Roberto Sambonet ha intrecciato le vicende del progetto del secondo Novecento tra Milano e il mondo, con la sua sensibilità avventurosa e permeabile alla vita in tutte le sue forme. Attraverso il disegno, la pittura, la scrittura, la cucina, l’amicizia, l’architettura, l’urbanistica, il paesaggio, la sua è stata un’instancabile ricerca della forma, o meglio ancora della felicità nella forma. Di questa ricerca, nell’anno del centenario dalla nascita, Triennale Milano dà conto con la più ampia retrospettiva mai realizzata sull’autore, che comprende oltre 1300 opere.”

La mostra è composta da tre sezioni principali, ciascuna organizzata da una serie di sottostrutture tematiche. La prima sezione ripercorre gli snodi cruciali della formazione culturale di Roberto Sambonet e indaga alcuni aspetti peculiari del suo modo di procedere, costruendo inattese associazioni formali e stringenti sintesi analitiche.

La seconda parte è composta da un ideale percorso di esplorazione in cui temi e progetti si accostano secondo uno schema impostato da lui stesso. Si tratta dell’ultima ipotesi espositiva immaginata da Sambonet per narrare il proprio lavoro, riassunta in un gruppo di circa 200 fotocopie di grande formato (27 X 54 cm), tirate con inchiostro rosso, che descrivono un viaggio scandito da sei categorie tematiche: strutture circolari; strutture ortogonali; strutture triangolari; strutture organiche; strutture psicologiche; strutture cromatiche. Nel progetto originale, Sambonet stesso suggerisce gli accostamenti fra forme, oggetti e disegni, delineando i nessi formali e concettuali a lui congeniali.

L’ultima sezione della mostra espande il tema dei grandi quadri dedicati alla cangiante superficie del mare, argomento, questo, che accompagna negli anni il suo sguardo, e si chiude sulla collaborazione con “il Sole 24 Ore”, in cui le sue passioni per i gusti e i sapori del mondo sono pretesti per narrare, incontri, scoperte, esplorazioni.

Parallelamente al filo autobiografico, all’interno dell’esposizione trovano spazio una serie di approfondimenti tematici e critici che evidenziano alcuni nodi del suo lavoro, come il rapporto con La Rinascente, i ritratti della Pazzia, il lavoro di art director, i ritratti di milanesi illustri, l’esperienza brasiliana del MASP, Museo de Arte di San Paolo. Inoltre, ampio spazio è dato agli oggetti e al design, lasciando emergere i tratti del lavoro di un vero artista, capace di intrecciare il disegno e la materia, il colore e la geometria, il metodo e la fantasia.

 

 

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