Il critico d’arte di oggi e di domani

Cultura e spettacolo

Prendiamo spunto da un interessante articolo di Vito Ancona, uscito su Artribune il 19 agosto scorso  per interrogarci sulla figura del critico d’arte di oggi e di domani. La questione si pone dopo le due figure dominanti di Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi: il primo, come scrive Ancona, ha intuito furbescamente che “il critico è un amico degli artisti, un giocherellone che può supportarli e non metterli in difficoltà… Il suo grande merito è stato di avere voluto essere una figura libera, trasversale, che si è posta oltre il giudizio di giusto e sbagliato e oltre le ideologie, favorendo una forte accelerazione delle arti contemporanee nella loro sperimentazione e scollamento dal proprio tempo”. Il secondo, “oggettivo, platonico, distaccato dagli artisti e anche un po’ temuto, meticoloso, dice quello che pensa e il suo merito è indubbiamente quello di aver messo al primo posto l’arte rispetto all’artista”. Bonito Oliva e Sgarbi, due figure dunque diametralmente opposte del critico d’arte. 

Già di suo, la figura del critico d’arte è scomoda perché dovrebbe operare una scelta tra ciò che è arte e ciò che non lo è e orientare il mercato di conseguenza. Oggi si sente sempre più spesso parlare

Achille Bonito Oliva

di bellezza in ambito artistico. Tuttavia, se ci guardiamo attorno, non tutta l’arte contemporanea è bella, anzi! L’antica Grecia e il Rinascimento, in cui la Bellezza era il paradigma dell’opera d’arte, la sua categoria estetica, sono lontani. Purtroppo, l’arte contemporanea presenta ancora molti, troppi casi di provocazione del tutto privi di senso in quanto ormai il contesto storico delle Avanguardie risale a più di un secolo fa. Anche il Brutto è molto diffuso. 

Inoltre, non vi è più uno stile comune di riferimento, compreso anche dai “profani”. Ciascun artista procede liberamente per conto proprio, esprimendo nelle proprie opere le sue emozioni, spesso con scarsa consapevolezza del suo percorso e della sua poetica. Per tale ragione è necessaria la figura del critico d’arte che, per prima cosa, sappia discernere appunto ciò che è effettivamente grande da ciò che non lo è e poi sia in grado di raccontare l’arte facendo vibrare l’anima di ciascuna opera attraverso le sue parole, in modo da coinvolgere il grande pubblico. Lo spettatore, non più disorientato di fronte a immagini e figure che non riesce a decodificare, guarderà poi le opere con il proprio occhio, esteriore ed interiore.

Pensiamo che sia necessario sostenere gli artisti che aspirano alla Bellezza e che forgiano opere dall’alto valore poietico e simbolico. Ci riferiamo a quelle anime elette e dedite che sanno guardare oltre, aprire scenari futuri, bucare il presente per lanciare uno sguardo costruttivo e profetico verso il futuro. Le loro opere saranno dunque evocative di una bellezza simbolica, non manifesta, ma da cercare, scoprire – una Bellezza che coincide con il Bene. Questo perché le opere, una volta uscite dall’atelier dell’artista, diventano pubbliche e dunque incidono sull’ambiente circostante con la loro presenza. Pertanto, gli artisti devono avere una responsabilità etico- estetica nei confronti e di se stessi e degli altri. Qui, il ruolo del critico d’arte si fa particolarmente delicato, nel sostenere alcuni artisti invece che altri. Nello stesso tempo può anche proporsi l’intento pedagogico di indirizzare gli artisti, di portarli a riflettere sulle loro responsabilità e quindi condurli ad assumere un’attitudine diversa nella loro creatività.

L’arte è comunicazione di emozioni, sentimenti, valori, ma va molto oltre, è molto più di questo. Il suo ruolo è molto più alto e nobile e, nel nichilismo che segna il nostro tempo a partire dal Novecento e già dalla fine dell’Ottocento con Nietzsche, è necessario esserne consapevoli.

Rilanciare l’arte, anche a livello di mercato, richiede questa consapevolezza e questo entusiasmo da parte del critico, sia per poter discernere tra le innumerevoli produzioni artistiche, sia per poter valorizzare al massimo grado la potenza comunicativa, simbolica e valoriale delle grandi opere d’arte.

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