Dal Grand Tour aristocratico ai viaggi di istruzione odierni, il viaggio continua a rappresentare un’opportunità unica per arricchire il percorso formativo degli studenti, integrando teoria e pratica e promuovendo l’autonomia, la curiosità e la consapevolezza sociale.
Il viaggio ha sempre rappresentato un’importante componente nel processo educativo, soprattutto nei secoli passati. Nazioni come Francia, Germania e Inghilterra hanno storicamente valorizzato il “viaggio di formazione”, con il Grand Tour come esempio iconico. Questo viaggio, riservato in origine ai giovani aristocratici, segnava il passaggio dall’educazione formale all’autoeducazione, una fase cruciale per sviluppare autonomia e libertà. Filosofi come John Locke e Jean-Jacques Rousseau sottolineavano l’importanza del viaggio come strumento educativo, riconoscendo però che il suo valore non risiede semplicemente nel compiere un percorso predefinito: perché il viaggio sia realmente formativo, ciò che conta è l’intenzionalità con cui viene vissuto, l’abilità nel superare difficoltà e la capacità di fare scelte autonome. Rousseau, in particolare, evidenziava come il contatto diretto con persone, luoghi e culture fosse l’elemento chiave per un’esperienza di apprendimento profonda e autentica, ben oltre la rigidità di itinerari educativi prestabiliti.
Secondo l’indagine condotta da Didatour – Turismo scolastico, strumenti e prodotti di supporto alla didattica: dati e tendenze degli istituti scolastici italiani per il 2023/2024 – il turismo scolastico è tornato a livelli pre-pandemici, con un aumento significativo delle uscite didattiche e dei viaggi d’istruzione. In particolare, si è osservato un incremento delle mete artistiche e culturali, scelte dal 49% delle scuole primarie, dal 77% delle secondarie di primo grado e dal 59% delle secondarie di secondo grado, mentre le esperienze naturalistiche sono in calo a causa del meteo incerto. Per i viaggi di più giorni, la maggior parte delle scuole preferisce l’Italia (43%) rispetto alle mete estere (11%), con città come Firenze, Napoli e Roma tra le destinazioni più visitate. Le scuole secondarie di secondo grado optano per viaggi di più giorni nell’85% dei casi, e anche le primarie mostrano un aumento di questa tendenza (25% rispetto all’8% pre-pandemia). I requisiti principali per i docenti includono l’accessibilità, l’inclusione di attività per studenti con BES, attività in lingua inglese e l’uso di strumenti digitali.
L’indagine segnala anche un aumento nei viaggi con pernottamento di due giorni, soprattutto nelle secondarie di primo grado (dal 37% al 55%), e una crescita dei soggiorni studio. Il 69% degli studenti spende intorno ai 300 euro per soggiorni di due giorni o più. Per le uscite giornaliere, il 25% degli studenti spende meno di 20 euro, mentre il 48% più di 20 euro. La maggior parte dei docenti preferisce alloggiare in hotel a 3 stelle, anche se c’è una crescente attenzione verso alloggi alternativi come ospitalità religiosa o villaggi.Infine, il 57% degli insegnanti si è rivolto alle agenzie di viaggio per organizzare le gite. Il bonus gite scolastiche, destinato alle famiglie con ISEE basso, è stato richiesto solo dal 12% degli studenti.
Organizzare un viaggio scolastico comporta anche delle sfide, sia per gli insegnanti che per le famiglie. Tra le difficoltà più comuni vi sono la sicurezza – gli insegnanti hanno la responsabilità di garantire il benessere degli studenti durante tutta la durata del viaggio, assicurandosi che tutte le attività si svolgano in un ambiente sicuro e sotto stretta supervisione – e i costi, che possono essere elevati, soprattutto per le destinazioni all’estero. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito – per sostenere le famiglie e favorire la partecipazione degli studenti ai viaggi d’istruzione – ha introdotto diverse iniziative: per l’anno scolastico 2023/2024, sono stati stanziati 50 milioni di euro con l’obiettivo di ampliare la partecipazione degli studenti, specialmente quelli provenienti da famiglie con un ISEE fino a 15.000 euro. Le scuole secondarie di secondo grado statali sono invitate a usufruire di queste risorse, che coprono una parte delle spese per viaggi didattici e visite d’istruzione, fino a un massimo di 150 euro per studente. Questi fondi si inseriscono in una strategia più ampia che riconosce il valore formativo dei viaggi scolastici, non solo come opportunità di svago ma come parte integrante del percorso educativo. Inoltre il Ministero promuove anche le esperienze che arricchiscono il percorso delle competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), includendo viaggi studio e soggiorni all’estero per sviluppare competenze linguistiche e interculturali.
L’importanza del turismo scolastico nel processo educativo
Il turismo scolastico rappresenta un’importante opportunità educativa e formativa per gli studenti di ogni età. Non è solo un’occasione per svagarsi e uscire dall’ambiente scolastico, ma anche per esplorare nuovi luoghi, arricchire le proprie conoscenze e sviluppare competenze sociali e personali. Il viaggio d’istruzione, oggi, si inserisce a pieno titolo all’interno del curriculum formativo di molte scuole, offrendo un valore aggiunto all’apprendimento teorico svolto in aula. Durante i viaggi, gli studenti hanno la possibilità di applicare le nozioni apprese sui libri a contesti reali, consolidando le conoscenze e sviluppando un legame più profondo con gli argomenti trattati.Viaggiare con la classe, inoltre, permette ai giovani di uscire dalla loro zona di comfort, promuovendo il senso di responsabilità, l’autonomia e la capacità di interagire con gli altri in maniera efficace. Le esperienze di gruppo rafforzano lo spirito di collaborazione, fondamentale non solo durante gli anni scolastici, ma anche in prospettiva futura nel mondo del lavoro.
Vi sono tre dimensioni educative che caratterizzano il turismo scolastico: educazione attraverso il turismo, educare al turismo e il turismo come esperienza educativa intrinseca.
La prima dimensione, l’educazione attraverso il turismo, trasforma le classiche gite scolastiche in esperienze di apprendimento più profonde. Se in passato questi viaggi erano considerati principalmente occasioni di svago, oggi il loro scopo si evolve, concentrandosi sulla qualità delle esperienze vissute dagli studenti. Durante questi viaggi, i ragazzi hanno la possibilità di applicare in contesti pratici le conoscenze apprese in classe, arricchendo la propria comprensione attraverso il contatto diretto con il mondo reale. Si tratta di veri e propri laboratori di apprendimento, dove l’esperienza diretta diventa il fulcro del processo educativo.
In una seconda prospettiva, educare al turismo significa promuovere nei giovani una cultura del turismo consapevole e sostenibile. Questo approccio mira a sviluppare non solo le competenze dei viaggiatori, ma anche la sensibilità verso il patrimonio culturale e naturale dei luoghi visitati. In questo contesto, l’obiettivo non è solo quello di esplorare nuove destinazioni, ma di formare cittadini responsabili e consapevoli, capaci di rispettare e valorizzare i territori e le risorse ambientali. Il turismo diventa quindi un mezzo per trasmettere valori importanti come la sostenibilità, il rispetto per le culture locali e la protezione dell’ambiente.
Infine, il turismo come esperienza educativa intrinseca supera il semplice concetto del viaggio come strumento per l’apprendimento, considerandolo esso stesso una forma di educazione. In questo caso, l’esperienza turistica è concepita come un’opportunità per esplorare temi globali come la sostenibilità ambientale e la cittadinanza globale. Viaggiare diventa un’occasione per riflettere su questioni cruciali che riguardano il pianeta e l’umanità, sensibilizzando gli studenti sulle problematiche legate alla preservazione delle risorse naturali e all’interconnessione tra le diverse culture del mondo.
Il progetto Erasmus e l’apertura internazionale
In questo contesto il progetto Erasmus rappresenta un’evoluzione del turismo scolastico a livello europeo, offrendo opportunità di scambio culturale e formativo che arricchiscono notevolmente l’esperienza educativa degli studenti.Viaggiare per studio all’interno dell’Unione Europea permette ai giovani di confrontarsi con sistemi educativi differenti, sviluppare un senso di cittadinanza europea e, al contempo, acquisire competenze cruciali per il loro futuro. Questi soggiorni all’estero, che possono durare dai pochi mesi fino a un intero anno scolastico, non solo rappresentano un’esperienza educativa di altissimo livello, ma contribuiscono anche a creare legami duraturi tra i giovani di diverse nazionalità.
Destinazioni e tipologie di turismo scolastico
Le destinazioni scelte per i viaggi scolastici possono variare in base al livello educativo e agli obiettivi didattici prefissati. Le scuole primarie spesso prediligono gite giornaliere in musei, parchi naturali o luoghi di interesse locale. Questi viaggi hanno l’obiettivo di introdurre i bambini a contesti diversi dalla classe, stimolando la loro curiosità e il loro spirito di scoperta.Con l’avanzare dell’età, gli itinerari si fanno più complessi e articolati, includendo visite a città d’arte, parchi archeologici, siti storici o escursioni in ambienti naturali protetti.
Dal punto di vista socio-pedagogico, è fondamentale riconoscere il valore trasformativo di queste esperienze. Esse rappresentano un approccio alternativo all’educazione, che integra la dimensione esperienziale e relazionale come strumenti di apprendimento. Quando adulti e bambini condividono momenti quotidiani come l’osservazione di una fioritura o una passeggiata in un bosco urbano, si creano contesti di apprendimento ricchi di significato, dove emozioni e scoperte si fondono con la conoscenza pratica. Questi momenti rafforzano la connessione tra il “dentro” e il “fuori” della scuola, promuovendo una visione olistica dello sviluppo del bambino, che collega interiorità ed esteriorità dei vissuti personali.
Dal punto di vista socioeconomico, esperienze come trascorrere una settimana nel bosco o al mare non solo arricchiscono il percorso educativo, ma sono anche sostenibili e accessibili. Tali attività non richiedono necessariamente grandi risorse finanziarie o logistiche, ma possono essere organizzate localmente, favorendo lo sviluppo di economie locali e riducendo l’impatto ambientale legato a lunghi spostamenti. Inoltre, l’investimento in questo tipo di turismo educativo contribuisce a creare un modello formativo inclusivo, che mette i bambini al centro del loro percorso di crescita. La possibilità di uscire dall’ambiente scolastico abituale stimola l’autonomia, la curiosità e il senso di avventura nei bambini, valori fondamentali per il loro sviluppo sociale ed emotivo.
Infine, non è la distanza fisica percorsa a essere rilevante, ma la qualità dell’esperienza. Il viaggio diventa un dispositivo pedagogico che permette ai bambini di vivere il tempo e lo spazio in modo consapevole e significativo, rafforzando la loro capacità di costruire ricordi ed esperienze che avranno un impatto duraturo sul loro sviluppo personale e collettivo.
Giornalista, autrice e conduttrice tv ha prodotto per quasi un decennio un noto programma televisivo sull’arte e la cultura in Sicilia, Profile Magazine tv.
Scrive per diverse testate ed è stata Direttore Responsabile di CulturaIdentità.
Oggi è Coordinatore Nazionale e responsabile della comunicazione dell’Unione Nazionale Vittime(UNAVI).