La consigliera Martina Sassoli porta in consiglio regionale la nuova richiesta di fondi e dilazione di Palazzo Marino. La risposta di Terzi.
L’assessore Claudia Maria Terzi
Confrontarsi con Milano sul prolungamento della metropolitana a Monza non è facile: ad ammetterlo non sono gli amministratori locali, ma l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi che martedì 10 ha risposto in consiglio alla interrogazione con cui Martina Sassoli di Lombardia ha domandato come il Pirellone intenda reagire alla richiesta di una nuova proroga di due anni della firma dei contratti e della copertura di 400 milioni di euro per gli extracosti del progetto presentata da Palazzo Marino al ministero dei trasporti.
Il rinvio invocato potrebbe far slittare l’apertura dei cantieri dal 2027, ipotizzato fino a poche settimane fa, al 2029: se così fosse per vedere i treni della linea 5 in città si potrebbe aspettare fino al 2035.
Metropolitana Lilla a Monza, l’assessore regionale: «Cifre difficili da recuperare»
«Consideriamo l’opera fondamentale in quanto collega due capoluoghi importanti – ha risposto la Terzi – ci abbiamo creduto tanto, come dimostrano i 283 milioni di euro» stanziati ma «come avvenuto in passato con Milano e MM» la Regione non è stata coinvolta se non quando si è trattato di aprire i cordoni della borsa. «Per fare un discorso occorre essere in due – ha proseguito la responsabile delle infrastrutture regionali – noi, invece, abbiamo appreso da una nota le richieste inviate al ministero».
Palazzo Marino, ha aggiunto, «sta gestendo in autonomia» la progettazione e il Pirellone non ha ancora ricevuto i dati che dimostrino i motivi «dell’esplosione» dei maggiori costi del prolungamento. «Sono numeri importanti e difficili da recuperare – ha commentato – anche se il ministro Matteo Salvini si è speso» a favore della loro copertura. Terzi, ha assicurato, aggiornerà il consiglio non appena riceverà qualche informazione dal Comune di Milano.
Metropolitana Lilla a Monza, Martina Sassoli: «Ogni giorno di ritardo sono costi»
L’istanza partita dal capoluogo e diretta a Roma, secondo Martina Sassoli, pone «un grave problema istituzionale» in quanto la Regione non può essere trattata come un «socio bancomat». «Ogni giorno di ritardo nell’avvio dell’opera – ha dichiarato – provoca un ulteriore aumento dei costi economici, sociali e ambientali che la Brianza non può più permettersi».
«Il prolungamento della M5 – ha incalzato – è essenziale per il nostro territorio: rappresenta una soluzione concreta per migliorare il trasporto pubblico tra Milano e Monza e per ridurre il traffico nelle aree congestionate. Questa non è la prima proroga domandata da Palazzo Marino ed è doveroso capire se dietro ci sono reali difficoltà tecniche o amministrative: non possiamo permettere che la proroga diventi la norma e che i costi continuino a lievitare senza che i lavori avanzino. Questo non è solo un progetto infrastrutturale, ma è una promessa fatta ai cittadini che va mantenuta». L’esponente di Lombardia migliore ha, quindi, sollecitato la Regione ad «attivarsi per ottenere una compressione dei tempi».
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