Mossad

Il capolavoro (non) firmato Mossad

Esteri

L’operazione del Mossad che sostanzialmente ha devastato la leadership di Hetzbollah è stata definita da molti esperti del settore come un “cavallo di Troia” in casa dei terroristi. Naturalmente gli esperti non hanno capito nulla. Ma quale cavallo e cavallo. I greci per far cascare i Troiani nella trappola hanno dovuto regalargli la statua. Gli Israeliani SI SONO FATTI PAGARE I CERCAPERSONE. Non è una differenza da poco, è letteralmente geniale. I Servizi Segreti dello stato Israeliano possono sbagliare. Il 7 ottobre se lo ricorderanno a vita. Ma non saranno i soli. I loro nemici stanno cominciando, magari lentamente ma altrettanto inesorabilmente, a capire l’entità dell’errore che hanno commesso.

Negli ultimi due giorni è esplosa qualsiasi cosa, dai cercapersone (5000 persone coinvolte) ai walkie-talkie (qualche centinaio), fino ai pannelli solari. L’operazione nasce da lontano, non solo geograficamente. Ci hanno messo anni per diventare i fornitori di Hetzbollah. Che per tutto questo tempo si è riempita di materiale fabbricato dal Mossad. Pensateci. Pensate a una operazione lunga anni, di cui gli ultimi mesi dedicati interamente a un obiettivo. Nessuno parla. Nessuno si vende. Sembra impossibile anche raccontarlo in retrospettiva.

Eppure è successo. Pare che la triangolazione prevedesse una ditta Taiwanese, con produzione in Ungheria. E già questo avrebbe dovuto sollevare dei dubbi: perché produrre in Europa invece che in Asia? Semplice, perché il Mossad poteva controllare meglio la catena. Hetzbollah e i suoi padroni Iraniani non si fanno domande. Pagano e ricevono. Addirittura i modelli di walkie-talkie erano fuori produzione da dieci anni. Ma loro li ricevevano ancora. Sempre senza porsi mezza domanda. Pagando. Non è tutto qua, però.

Ad un certo punto, Nasrallah, il capo di Hetzbollah mette al bando i cellulari. È febbraio, Israele li usa per tracciare i capi dell’organizzazione. Si sentono furbi, in Libano: torniamo alla tecnologia di una volta. Detto, fatto. Solo che da quel momento ogni spedizione di materiale (o glieli fornivano da anni modificati?) conteneva una sorpresa. Una sorpresa a cui è bastato un messaggio per esplodere. E far esplodere.

Anche i corifei pro Palestinesi stavolta hanno poco a cui appigliarsi. I morti civili sono stati pochissimi. La maggior parte dei feriti lo è in modo permanente, tra cecità e perdita delle mani. Il fronte a Nord è sguarnito, Israele può invadere quando vuole.

Insomma, salvo colpi di follia dell’Iran, la guerra è finita. L’ultima operazione richiederà di rastrellare quello che resta di Hamas. Alla faccia di chi preconizzava la sparizione di Israele. Che oggi come ieri è rimasto dov’era: a veder fallire i suoi nemici.

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