Milano

 Milano prima città per reati, la storia emblematica della Stazione Centrale

Fabrizio c'è Milano
Ha fatto scalpore la classifica del Sole 24 ore che inchioda Milano quale città con più reati. Milano insicura non è certo una sorpresa.
A me ha impressionato ancor di più la vicenda di un ragazzo 18enne  pugliese che recatosi a Milano il 5 settembre per sostenere gli esami di ammissione al Politecnico è arrivato alle 8 del mattino alla Stazione Centrale ed è stato aggredito e rapinato. Tre marocchini, ripeto alle 8 del mattino, lo hanno circondato, picchiato e rapinato dell’orologio che gli aveva regalato il padre e di alcune magliette che aveva nello zaino. Pur se choccato e dolorante il ragazzo si è recato lo stesso a fare i test di ammissione al Politecnico e ci auguriamo che li abbia superati.
Il sogno di tanti, studiare  e lavorare a Milano, che genera tanta ricchezza  per la nostra città, si trasforma in incubo e getta una ombra sulla immagine di Milano perché tanti balordi con precedenti  bazzicano nei mezzanini e pianificano ogni giorno aggressioni vigliacche per sbarcare il lunario! Di mattino e non la notte, in un luogo affollato e non in una via isolata.
I tre sono stati arrestati grazie alle immagini delle telecamere e al lavoro della Polizia: continuavano impunemente  a frequentare le vicinanze della Stazione.
Va detto che ultimamente in Centrale c’è un buon presidio delle Forze dell’ordine, ma evidentemente gli arresti non si traducono né in carcere né in espulsioni. Questo perché le nostre procedure penali e di espulsione per gli immigrati clandestini offrono tante opportunità per allungare i tempi o addirittura farla franca, continuare a girare col foglio di espulsione in tasca.
Per questo continuo a credere che l’unico rimedio a tanti reati predatori e di cosiddetta microcriminalità, compiuti a Milano per l’80% da stranieri irregolari sia riaprire, sia rafforzare e raddoppiare i Centri Per il Rimpatrio.
Sono luoghi dove collocare i clandestini che compiono reati seriali in attesa dell’espulsione che ha tempi lunghi sia per le nostre leggi sia per la scarsa collaborazione dei paesi di origine.
I CPR sono avversati dalla sinistra e dal Comune di Milano che li definisce dei lager e preferisce una accoglienza senza prospettive e senza dignità, anticamera della illegalità diffusa cui assistiamo a Milano.
E così a ogni statistica o episodio delittuoso che certifica la insicurezza di Milano, il Sindaco Sala scarica la responsabilità sul Governo come se quanto rischiano i milanesi e nuoce all’immagine di Milano non lo riguardasse.
Sala continua a trascurare il ruolo della Polizia Locale, la sicurezza del Trasporto Pubblico, lo spaccio, la violenza giovanile, raccontando la storiella della violenza percepita e delle strumentalizzazioni politiche.
La realtà è che il Comune non solo non riconosce l’emergenza  sicurezza, non solo non usa gli strumenti per cooperare a una città sicura con le altre istituzioni, ma non attua manco quelle politiche di integrazione e prevenzione sociale che sarebbero utili  nei quartieri più difficili.

6 thoughts on “ Milano prima città per reati, la storia emblematica della Stazione Centrale

  1. Ciao Fabrizio,
    che dire a riguardo…la penso come te,
    a SALA non interessa la SICUREZZA se no avrebbe agito diversamente!!!

    1. Caro Fabrizio,
      non se ne può più di questa recrudescenza di criminali.
      Non possiamo accettare la mancanza di sicurezza. Purtroppo Milano è una città abbandonata a se stessa il cui Sindaco pensa solamente a investire nelle piste ciclabili , aumentare i ticket ecc.ecc..

  2. A Milano è stato votato un sindaco i cui interessi sono:
    1) tigliere parcheggi auto per rendere la vita difficile agli automobilisti
    2) disegnare piste ciclabili a caso ovunque spendendo soldi in modo inutile
    3) stop
    Di tutto il resto non intetessa nulla a lui e alla sua disastrosa giunta

  3. A Milano è stato votato un sindaco che con la sua “bella” giunta si occupano solo di:
    1) diminuire i parcheggi per rendere la vita sempre più difficile a chi ha una macchina
    2) disegnare piste ciclabili a casaccio un po’ ovunque, spendendo soldi inutilmente
    3) stop
    Dove vogliamo andare???

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