A Milano “L’ondata di antisemitismo ci ha colto di sorpresa, i segnali c’erano, non li abbiamo voluto vedere c’erano da anni”: lo ha detto Alfonso Arbib, rabbino capo della comunità ebraica di Milano intervenendo all’incontro .”Un anno dal Pogrom – Il dramma dei Rapiti e la nuova ondata di antisemitismo” che si è svolto alla sinagoga di via Guastalla, organizzato dalla comunità ebraica di Milano per l’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso.
“Non so dire che cosa è cambiato in me veramente dopo il 7 ottobre, certo non sono la stessa persona e la mia vita non più la stessa”, aveva poco prima detto Arbin ricordando “l’angoscia e lo stupore” con cui un anno fa venne appresa la notizia dell’attacco. “Ma era sbagliato. – ha aggiunto – Non siamo stati in grado di vedere. L’odio è stato insegnato nelle scuole di Hamas. Hanno insegnato odio alle persone e non possiamo pensare che questo insegnamento dell’odio non dia risultati”. Il rabbino capo della comunità milanese ha anche ricordato “il picco di antisemitismo che si registra dopo la Giornata a della Memoria”. In altre parole, ha ribadito ancora: “Inutile dire che l’antisemitismo non ha diritto di cittadinanza, dobbiamo renderci conto che c’è e siamo di fronte a un problema reale che è complicato da combattere”. Da Arbib inoltre il monito a “stare attenti a non cadere nelle mascherature” di quello che di fatto è antisemitismo e viene chiamato in altro modo.
A Roma il ringraziamento “al governo italiano che ci protegge con ogni mezzo”: a dirlo il rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, durante il suo intervento alla Sinagoga della Capitale per le celebrazioni del 7 ottobre.
“Quello che è successo il 7 ottobre – ha aggiunto Di Segni – non è per noi un episodio isolato ma la prosecuzione di una storia in forme nuove ma sempre con lo stesso significato: l’espressione di un odio cieco e insensato e che spesso ci lascia soli. Le organizzazioni internazionali che dovrebbero essere super partes si sono fatte casse di risonanze dei più biechi pregiudizi antisemiti, usando due pesi e due misure – ha sottolineato il rabbino capo di Roma –. Deve essere chiaro che non si tratta di difendere gli ebrei, che in questi giorni devono stare attenti e guardarsi le spalle, ma la stessa democrazia, anche nei paesi più democratici, che hanno contribuito a costruire. E colgo l’occasione per esprimere gratitudine al governo che ci protegge con ogni mezzo”.
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