Ma quanto si diverte il nostro (?) sindaco zampettando nel campo altrui, cioè nel centrodestra. Zampetta con l’aplomb che gli è abituale nell’esteriorità del suo approccio, con illusioni un po’ malevole e inconsistenti. Il fatto è che a sinistra non può zampettare, ma deve scalare muri di opposizioni e divisioni vere per fare una qualsivoglia sintesi plausibile.
Dice “Mi auguro che il centrodestra faccia una buona scelta perché la competizione è sempre sana. Il centrodestra ha un vantaggio rispetto a noi perché sta assieme sempre mentre noi facciamo più difficoltà, però in questo momento le divisioni” tra loro “sono tali che oggi qui chi di loro può decidere il candidato? Storicamente è sempre stata la Lega ma FdI prende tanti voti, FI lo considera suo feudo, quindi ci sarà da divertirsi”.
Ride bene chi ride ultimo, si dice, perché la frammentazione della sinistra è lì da vedere, gli egoismi tra partiti riempiono la cronaca, le pretese del PD per un suo candidato sono sul piatto da tempo e il pallottoliere “dentro tutti” chissà se nelle prossime elezioni si realizzerà e renderà coeso un programma di governo della città che sia comune. Perché il candidato dovrà necessariamente ripetere le bufale ideologiche di Sala, dando continuità ad un progetto che ha molto spesso deluso i milanesi.
Affari loro, e se le presunte illazioni di Sala diventano un modo per vivere meglio, si divertano, ma opportunità vorrebbe che pensassero, appunto, agli affari loro.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano