Chi di vaffan… ferisce, di vaffan… perisce? La storia di Grillo

Attualità

Grillo non ride più e non fa più ridere: la comicità non ha ragione di esistere e neppure l’arroganza di un condottiero alla conquista della politica. La politica ha vinto nel nome di Conte, il prescelto finto umile, finto obbediente modulando interessi personali, scardinando i fantasmi-idee della prima ora, nuotando in punta di diritto fino alla caduta del fondatore di un Movimento asservito oggi all’opportunismo del tempo.

Vaffan…Grillo, Conte ha decretato: «Beppe Grillo è responsabile di una contro-comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale – Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove». Un licenziamento senza esitazioni. Una rottura che comporta un prezzo, anche per il suo fondatore: 300mila euro che diventano farfalle e tutti sappiamo quanto il comico sia legato ai redditi.

Conte, insomma, vuole le mani libere, non intende ascoltare gli eventuali suggerimenti di Grillo, si sente il deus ex machina rinnegando l’idea originale? Una maggiore autonomia per aderire al Campo largo? Un delirio di onnipotenza?

Ironia e paradosso: Grillo continua con le sue invettive contro Conte dal suo blog, pagato dal Movimento, compreso il segretario e, eliminato Grillo, che ne sarà dei Grillini? Potranno ancora chiamarsi così?

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