Così Libero “Dei lavori di abbattimento e costruzione della nuova grande moschea di Milano non c’è nemmeno l’ombra. Quello che invece è più che evidente facendo capolino dal cancelletto è il grosso tappeto che caratterizza i luoghi di culto islamici, con tanto di grossi amplificatori fissati alle pareti e un “minibar” –quello che noi chiameremo pulpito – arrangiato alla bell’e meglio..
I fedeli arrivano scaglionati, pochi per volta, forse anche per non dare nell’occhio dato che in quel luogo non potrebbero pregare allo stato attuale. E dire che l’architetto Asfa Mahmoud, presidente della Casa della Cultura Musulmana attiva dagli anni ’90 in via Padova 144, aveva spiegato a Libero che stava lavorando con l’amministrazione per risolvere il problema legato ai posteggi e ottenere così il via libera ai lavori di demolizione e costruzione dell’edificio, sottolineando di essere “in possesso dell’immobile” ma senza poter “svolgere le nostre attività”.”
Eppure, qui i fedeli già entrano. Nonostante la trasformazione dell’edificio in luogo di culto non sia ancora avvenuta (nemmeno è iniziata…).”
– “Il servizio odierno dell’edizione milanese del quotidiano Libero conferma tutte le segnalazioni, rimaste inascoltate da parte del Comune, che avevano ricevuto durante il periodo del Ramadan: negli ex bagni pubblici di via Esterle si prega di già nonostante l’edificio non sia ancora stato trasformato in moschea. Tutto abusivo e irregolare come da prassi quando si tratta di luoghi di culto islamico. La comunità musulmana milanese, sempre protetta e coccolata dalla sinistra, si sente al di sopra della legge grazie alla compiacenza dell’amministrazione comunale. Quanto sta accadendo in via Esterle è gravissimo: ancora non c’è un accordo definitivo per la realizzazione della grande moschea e gli islamici già pregano? Siamo all’assurdo. Attendiamo inoltre da sette mesi una risposta dalla giunta in merito alle segnalazioni ricevute su questo uso improprio di un edificio comunale… Come spesso accade i musulmani, a Milano, possono fare ciò che vogliono. A differenza degli italiani…”. Così in una nota i leghisti Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale, e Samuele Piscina, segretario provinciale e consigliere comunale.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845