La sconfitta del centrosinistra in Liguria fa discutere il rassemblement creato per vincere costi quel che costi, ma che poi si è trovato a mani vuote. E le deduzioni, le colpe, i distinguo sono appassionati e variegati, ma la realtà è sempre quella: il flop.
Si immette nell’analisi Beppe Sala, dall’alto della sua saggezza, ponendosi al centro della politica nazionale, perché, come da tempo tutti abbiamo capito, quel ruolo rappresenta la sua aspirazione più sentita. A Milano, pensa, è sufficiente fare annunci (piano case), creare tavoli consultivi, dare incarichi ecc., ma sul piano strettamente politico, pare aver capito tutto.
Il Corriere ne parla come di un dato acquisito “Il sindaco ne ha parlato con Schlein: «So che non ho un partito vero, ma un partito virtuale che si chiama Milano, ma a un certo punto questo partito svanisce». Resta il nodo Renzi-Calenda: «È impossibile tenerli assieme». Più che il federatore, il liquidatore. O se si vuole essere meno drastici, visto che non vuole liquidare nessuno, il traghettatore, colui che deve riportare stabilmente nel centrosinistra quelle forze «moderate, pragmatiche, capaci di riforme, europeiste» che vanno sotto il nome di Terzo polo che a quel punto si scioglierebbe nella coalizione. E in tal senso pensa che sia “una partita che non si possa giocare in solitaria, c’è bisogno di un gruppo di persone con visibilità e reputazione che abbiano voglia di mettersi in gioco”.
Sala è consapevole che i «volontari» debbano uscire allo scoperto in tempi brevi perché, come ripete spesso ai suoi, «so che non ho un partito vero, ma un partito virtuale che si chiama Milano, ma a un certo punto questo partito svanisce». E dal che parrebbe che il partito Milano abbia un fascino indiscusso, che la sua ottima amministrazione abbia un allure trascinante, che già il suo nome sia una bacchetta magica. Per la sinistra, naturalmente.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Sindaco del Grillo stai sereno….
Peppe dimettiti, la città non merita questa vergogna