Dibattito Sala – Salvini sul “DIVIETO” al Salone della Moto

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Dibattito Sala – Salvini sul “DIVIETO” emesso dalla giunta.

Al Salone della Moto  il sindaco auspica il ritorno del salone della bici, Salvini  contesta  il divieto per entrare in città  sulle due ruote.

Numeri da record per l’apertura del Salone della moto a Milano, salone internazionale e secolare, dopo 110  edizioni  eccoci al via:  770 espositori, 45 Paesi rappresentati e 2136 marchi. All’inaugurazione, al taglio del nastro con le autorità con i vertici di EICMA ecco il Ministro Salvini, il presidente di Regione Lombardia Fontana, il Sindaco di Milano Sala: si è discusso del progetto milanese per  vietare  l’ingresso  in città alle moto ‘euro 0’ e ‘euro 2’,  previsto per il prossimo anno-

Sala dovrà spegnere i bollori  ultra green dell’assessora Arianna Censi, che sogna una città in bicicletta o a piedi.

Il dibattito è atteso  … le foto di rito e poi la parola  ai motociclisti…  Milano è la capitale mondiale della moto … e la moto è diventato oltre che un mezzo di trasporto, un elemento affettivo…Molti motociclisti sono sconvolti al pensiero  al  di non poter più entrare  in moto a Milano..

Sala apre il dibattito…è molto cauto, e cadrà in uno scivolone quando citerà il suo amore per la bicicletta,  portando  sconcerto al salone mondiale della moto … Tocca a Salvini  annunciare chiaramente il no del Governo al progetto della giunta di vietare l’ingresso alle moto a Milano…Salvini parla infine dell’inquinamento. Colpevolizzare le moto è assurdo, sono certi paesi asiatici che con le loro centrali a carbone inquinano l’aria del pianeta.

Il dibattito è finito, interviene anche il campione Giacomo Agostini che dialoga con i biker milanesi che si oppongono al divieto e annunciano un nuovo corteo a due ruote sabato mattina 14 dicembre, davanti a palazzo Marino.

Missione compiuta, promette Salvini ai biker presenti in sala….E il sindaco riuscirà a far slittare a tempo indeterminato il divieto per le moto a Milano? Sarebbe  un bel gesto, nel   suo lungo addio  a  Palazzo Marino.

 

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