Quante parole vuote, quanta retorica a basso prezzo ripetute dalla sinistra senza vergogna: integrazione, diritti umani, accoglienza illimitata. E sembrerebbe che i molti stranieri irregolari abbiano la volontà di integrarsi, rispettando le leggi, affermando diritti di presenza che dettano violenza, esigendo di convivere in una comunità civile. “Voi di sinistra ci avete riempito di criminali” gridava una signora in una trasmissione televisiva e l’accusa era forse eccessiva, ma resta il fatto che molti reati vengono commessi da stranieri, con la supponenza dell’aggressione.
La cronaca descrive “Nuovo episodio di violenza a bordo dei treni italiani, ancora una volta con un immigrato come protagonista. Una capotreno di Trenord, una donna di 48 anni, è stata aggredita sulla tratta Milano Porta Genova-Mortara dopo aver chiesto a un passeggero di spegnere una sigaretta. L’uomo, un cittadino straniero, stava fumando a bordo del treno quando la ferroviera gli ha chiesto di spegnere la sigaretta e gettarla via. Per tutta risposta, l’uomo l’ha colpita con due schiaffi. Fortunatamente, la donna non ha riportato ferite tali da richiedere cure mediche” (Libero)
Per una sigaretta, per un’osservazione quasi banale, perché la proibizione è di dominio pubblico.
Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza commesso di recente nei confronti del personale ferroviario. Martedì scorso i lavoratori di Trenitalia, Trenitalia Tper, Fs Security, Italo Ntv, Trenord avevano scioperato per 8 ore, per chiedere maggiore sicurezza dopo l’accoltellamento di un capotreno avvenuto il giorno prima a bordo del treno regionale Genova-Busalla, all’altezza della stazione di Rivarolo.
Continuiamo a raccontare la cronaca, ma fino a quando?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano