“Anche i ricchi piangano” recitava un vecchio manifesto di Rifondazione Comunista. Ben sintetizzava l’obiettivo della sinistra, cioè livellare verso il basso grazie a un botto di tasse la società.
Oggi un altro sogno della sinistra è quello di tassare i Suv. Non esistono fondate ragioni di carattere ambientale o sociale per questa misura se non il vecchio sentimento dell’invidia sociale che ha sempre contraddistinto la sinistra.
Così dopo Parigi anche a Milano è in arrivo una “tassa” sui Suv. Sarà il coronamento dei provvedimenti green che tanti danni hanno fatto a Milano sotto 5 anni di Pisapia e 8 di Sala.
Il Comune dovrebbe triplicare le tariffe della sosta per i cosiddetti Suv, anche se cosa si intende per Suv è ancora poco chiaro.
C’è chi applica questi salassi basandosi sulla larghezza dei veicoli o delle ruote, chi ancora sul peso.
Certamente non si tratta di una vera misura di giustizia sociale perché chi ha scelto un Suv può essere una famiglia numerosa, chi ha cani di grossa taglie, piuttosto che certe categorie di artigiani per esigenze di lavoro.
Se poi, come sembra, si scegliesse il peso come discriminante, saremmo all’assurdo: si colpirebbero tante auto elettriche che la Giunta green attraverso altri provvedimenti ( Area B e Area C) ha spinto ad acquistare.
Senza dimenticare che già i Suv pagano di più come tassa di circolazione, l’idea di colpire la sosta dei Suv non farà giustizia redistributiva perché i veri ricchi possiedono propri box oppure parcheggiano nelle autorimesse private.
Sarà quindi un ennesimo balzello che colpisce lavoratori e famiglie e darà un altro passo verso la fine del glorioso settore automotive italiano.
Alla fine i soliti ingenui ambientalisti saranno convinti di avere stangato gli odiati automobilisti benestanti ma in realtà avranno solo fatto incassare altri soldi a quella macchina affamata di tasse e di multe che è il Comune di Milano. Che poi, è questo è il paradosso, nessun milanese riesce a comprendere dove il Sindaco metta tutti sti soldi vista la bassissima qualità dei servizi erogati.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Va detto che i milanesi hanno quello che si meritano, visto che alle ultime elezioni in troppi si sono astenuti lasciando spazio a questa specie di sinistra che, invece, non si astiene mai.
Capisco che la destra politica italiana sia ormai ben poco appetibile anche per chi ragiona a destra, ma se non ti piace datti da fare per costruirne una credibile, invece di dare spazio alla sinistra con l’astensione.
L’unica cosa che questo sindaco e la sua giunta di finti ecologisti sono in grado di fare è: andare contro gli automobilisti a prescindere! Ma non è colpa loro. Loro sono così. Sono quella roba li. La colpa è di chi li ha votati e li continua a votare nonostante tutto……..
Il nuovo” fascismo- woke” di Sala e compagni “bellaciao”, ma con i calzini rigorosamente arcobaleno, sta’ andando oltre una infelice e iniqua disposizione.
Soppiantare le auto o suv termiche con improbabili e pericolose auto elettriche dimostra solo che si vuole distruggere l’industria automobilistica italiana ed europea a vantaggio della Cina e Stati Uniti d’America.
E i 30 Milà operai della ex fiat ora ahimè stellantis lasciti a casa, nessuno si sente responsabile!?.
Grazie