Luigi Corbani “Lui lavora: per noi o per gli imprenditori ?”

Milano
Leggo del Sindaco pro tempore (e speriamo che gli diano la possibilità del terzo mandato) che ci dice la sua sul nucleare: nella mia zona  in una settimana sono tre volte che c’è blackout elettrico: uno è durato più di quattro ore.
Dovevo andare all’Auxologico in Piazzale Brescia e penso di prendere il 10 in piazzale XXIV Maggio e poi il 16 in piazzale Baracca. Ma quando arrivo al capolinea del 10, un cartello mi avvisa che è stato sostituito da un bus che però parte da piazza Cantore.
Naturalmente non c’è un mezzo da XXIV Maggio a Cantore: allora a piedi, faticando per accelerare il passo temendo di fare ritardo in ospedale, arrivo al capolinea del ”10 B” e chiedo all’autista del perché di questo spostamento: si spalanca un fiume di improperi contro il Sindaco e l’amministrazione dell’Atm, per i continui cambi di linea, i ritardi e i cambi dei turni di lavoro con avviso sul telefonino.
Se avessi detto qualcosa a difesa del Sindaco o dell’Atm, (tipo “non si sputa nel piatto dove si mangia”) mi avrebbe mangiato vivo, e allora mi sono seduto e l’autobus ha fatto lo stesso percorso del tram 10.
Naturalmente arrivo in ritardo, e al ritorno penso di prendere la metropolitana M1 da Amendola a Cadorna, poi la M2 fino a Sant’Ambrogio e poi la M4 fino a Vetra.
Mal me ne incolse, a Sant’Ambrogio bisogna uscire dalla M2, seguendo dei bolloni per terra che ti conducono dietro la Pusterla dove si spalanca la discesa all’inferno: una scalinata lunga e un corridoio lunghissimo, perché l’ascensore non c’è e neppure le scale mobili.
Bisogna andare dall’altra parte verso la clinica San Giuseppe: sento imprecazioni varie di persone, come me, non più giovani, che hanno difficoltà a scendere i gradini.
Già mi era capitata una cosa simile al Policlinico, dove dalla parte dell’Ospedale c’è un ascensore non funzionante e una scalinata, difficile da fare anche senza un trolley minuscolo “da ospedale”, mentre dall’altra parte della strada, verso l’Università ci sono le scale mobili.
Memore di questo girone dell’inferno, ieri ho avuto  la malaugurata idea, tornando da Piazzale Brescia con il 16 di scendere in largo d’Ancona e farla a piedi fino a Sant’Ambrogio per prendere la 94 che fa capolinea in De Amicis/angolo Olona; in fondo sono solo 500 metri.
Trovo un pò di gente in attesa, sul display c’è il numero “94” ma senza indicazioni. Aspetto, aspetto, intanto la gente si avvia in altre direzioni e seguo alcune di loro  in direzione piazza Resistenza Partigiana, poiché una persona mi dice che la 94 passa da corso Genova e poi gira a destra in De Amicis.
Lì trovo altra gente in attesa della 94, e alcuni dicono spazientiti ma “questa non arriva mai”: capìta l’antifona,  me la faccio a piedi fino a piazza Vetra: della 94 nessuna traccia.
Una volta, c’erano i pendolini di carta su tutti i mezzi che ti avvisavano dei cambiamenti delle linee in tutta la città: eri sul 16 ma c’era il pendolino che ti diceva che la 94 non ferma più lì o là, oppure che è stata abolita.
Adesso, siamo moderni, in una città con il 30% di popolazione over 65, devi andare su Internet per capire se le linee di superficie funzionano e devi avere uno smartphone per controllare che all’improvviso non ti abbiano cambiato le linee. Se non hai dimestichezza con Internet e con lo smartphone, non sei una persona moderna, sei una persona perduta, a perdere.
La percezione evidente è che cambiano le linee in continuazione e che le frequenze delle corse si sono allungate di brutto. Se il Sindaco vuole sapere cosa pensano di lui i cittadini, vada alle fermate dei mezzi di superficie e sarà contento della stima e del credito che ha accumulato in questi anni.
Intanto l’amministratore delegato dell’Atm va a Washington a consegnare, in compagnia dell’ex capo di gabinetto del Sindaco e ora alla Spencer Stuart,   un modellino di tram al proprietario del “Caffè Milano”, insignito dell’Ambrogino d’oro. Ovviamente, viaggio in classe economica e hotel tre stelle, per due/tre giorni, a spese proprie. In fondo per una buona azione si devono fare dei sacrifici.
E del resto  la ATM ha in testa il servizio di trasporto pubblico locale, ovunque nel mondo.  In particolare a Parigi: l’ATM ha affittato uffici e appartamenti (vicino a place des Vosges) per i dirigenti per partecipare a gare a Parigi che purtroppo perde, per un destino cinico e baro  e nonostante ricchi compensi a consulenti del luogo.
Ma tanto i cittadini subiscono, mugugnano e poi non vanno a votare, mica vanno a protestare a Palazzo Marino. Mica vogliono essere considerati di parte, faziosi, da un Sindaco che lavora, in particolare e soprattutto  per gli imprenditori e che non fa polemiche:  lui, nonostante una diffusa ingratitudine, che lo offende profondamente,  lui ha la forza d’animo di guardare oltre, di pensare  al sole e all’aria.
A proposito, il Comune con coraggio e sprezzo del pericolo aveva deciso di indebitare l’ATM per 238 milioni per comprare le quote di minoranza della M4, operazione utilissima e fondamentale  poiché il Comune e l’Atm avevano insieme solamente  il 70% delle azioni della M4. Ma con grande efficienza  hanno fatto tutto in due giorni, tra Giunta e Consiglio Comunale, così con la proprietà totale avrebbero contrattato meglio i mutui e abbassato gli interessi bancari. Pensate che sia successo qualcosa? No, perché si sono accorti che per contrattare meglio con le banche  bisognava fare ulteriori debiti e comprare anche la M5.
E intanto i cantieri per la sistemazione delle aree di superficie delle stazioni sono ancora aperti e i cittadini ingrati e sempre critici non capiscono che dopo la inaugurazione in pompa magna ci vogliono i suoi tempi  ed è ovvio che ci siano ancora  guai per il traffico, con  ingorghi e inquinamento.  Cosa volete che siano alcuni mesi di lavoro  ancora, dopo tanti anni di ritardo?
Poi siccome la cittadinanza è giovane, e gli anziani sono ingombranti, si sistemano tutte le superfici con sanpietrini non lisci, con la gioia di chi è in carrozzina o di chi ha difficoltà a camminare. Ma tant’è, cosa volete che siano altri 46,5 milioni per la sistemazione delle aree, quando la spesa della M4 arriva a circa 3,5 miliardi di euro. In fondo stiamo parlando solo di qualche decina di milioni in più per aggiungere qualche cementificazione, necessaria peraltro e molto bella a vedersi, desiderata dai milanesi, in piazza San Babila, in Largo Augusto, e in altre zone, come  in piazza Vetra al Parco delle Basiliche o al Parco Solari.
E poi per impreziosire la città, magari davanti alle finestre di qualche fortunato, perché non mettergli un bel cazzone di manufatto di cemento?
Abbiamo o no un Sindaco verde, ambientalista, ecologo, eolico e solare?
E poi questi milanesi non sono mai contenti, vogliono le metropolitane, il passante ferroviario e anche le linee di superficie, troppo esigenti.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
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