Claudio Ardigò, innamorato della Luna, offre il suo canto in versi

Attualità

Luna, profumata di sogni, forse “sanguinante di dolore”, imperiosa “con gli occhi nudi che divorano e l’arcobaleno fra i denti”, non fuggire, guarda un attimo, anche soltanto un attimo, quell’uomo nudo che ancora vuol ballare, ma è stanco “Stanco/sospeso/su una lacrima/di rugiada/aspetto/la farfalla/che mi riporti/a casa/sulla Luna.”

Quell’uomo, Claudio Ardigò, sta, senza sovrastrutture, senza cerimonie a volte bugiarde, con la sua anima, con il suo sentire, con la sua verità. Con la malinconia sospesa o dichiarata che la poesia trasfigura nell’immagine, nella magia di un eterno dialogo con la Luna. Ed è musica.

Canta ancora Luna, canta sempre, quando “Il vento dei ricordi/è fame di sogni”, quando la fragilità scoperta con il brivido della solitudine, diventa fare i conti con la realtà “nell’illudermi di capire/perché ho vissuto.”

Sì mostra il tuo volto di luce accogliente a quell’uomo che vuole ancora conforto, che ti affida pensieri e paure, dubbi e conquiste umane, tenerezza e sangue.

Una vita di ombre e di luce, una scrittura che vive di emozioni, una sensibilità svelata, un’anima che conosce tormento e comprensione.
Con la forza e l’intensità che può essere pudore, un velo di timidezza, un gioco di eventi che può annientare, un’altalena di crude sensazioni, una sognante speranza, una proiezione di visioni: la vita che può essere la mia, la tua, con le debolezze per il domani, i silenzi colpevoli o i sorrisi convinti di quella luna, faro del giorno e della notte, mitico riferimento, immaginato e vestito di voce, di risposte.

Il lettore penetra in quel mondo che brucia o accarezza, che coinvolge e impara a sognare, balbettando inizialmente, ma sempre più convinto nell’immedesimazione.

Alla fine la consapevolezza del tempo che passa inesorabile ed è un grido sommesso, quasi un’invocazione, perché …” la Luna ha i capelli di rame/calma come uno schiaffo/nel rompere il riflesso/del sogno.”

Ma non è una resa  “Alla fine/del viaggio/mi ritroverò/negli occhi/che hanno/parlato/con la Luna./Alla fine/del viaggio/mi ritroverò/nei posti/che hanno/percorso/il mondo/e conterò/le scarpe consumate/per restare fermo./Alla fine/del viaggio/scioglierò/le corde dell’aquilone/annodate nei sogni/e toglierò/le mie stupide/mani/che ancora/tese/cercano le tue” Ancora.

Domenica 24 Novembre, alle ore 18, allo “Spazio” di Cremona, durante lo svolgimento della Fiera del libro, il critico letterario Claudio Ardigò indosserà l’abito del poeta, autore ispirato di una raccolta di poesie “L’una” e verrà intervistato dall’editore Monica Moka Zanon (Selvatiche edizioni) e da Donata Ardigò.

Nene Ferrandi

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