Quando il bello viene scacciato dal brutto. Questa è la Darsena oggi. L’intervento simbolo in città realizzato per Expo 2015, il recupero architettonico che fece riscoprire ai milanesi la bellezza di passeggiare accanto l’acqua della Darsena è oramai un luogo infrequentabile.
Dall’ora dell’aperitivo la Darsena è il regno di bande di giovani magrebini che molestano, provocano, infastidiscono chiunque passi da quelle parti. Lo spaccio e il consumo seriale di stupefacenti, i venditori abusivi di superalcolici, i comportamenti arroganti e spregiudicati di queste gang sono oramai il paesaggio urbano di un luogo dove, dopo le 18, è sconsigliato avventurarsi.
Eppure il Comune, con 15 milioni di fondi per Expo 2015, aveva creato verde, passeggiate, luoghi per il tempo libero, persino recuperato un mercato e realizzato spazi per esercizi pubblici.
Nei giorni scorsi il bellissimo bar “Vista Darsena” ha chiuso, il Comune ha indetto una gara per quei locali che però è andata deserta: nessuno vuole affrontare gli ingenti canoni fissati dal Comune ma soprattutto le enormi spese per una security privata; è chiaro che nessun imprenditore vuole correre il rischio quotidiano di avere clienti e dipendenti rapinati o accoltellati dai giovani che agiscono con la logica del branco.
Tutto ciò accade oramai da anni senza che il Sindaco e l’amministrazione abbiano sentito il bisogno di fronteggiare degrado e illegalità. Anzi il presidio dei militari in Piazza XXIV maggio è scomparso e la Polizia Locale frequenta i Navigli solo per controllare i plateatici, mentre risse, imbrattamenti e commercio abusivo avvengono sotto gli occhi di tutti.
La risposta di Sala è sempre la stessa, burocratica e vigliacca: è compito di qualcun altro.
In realtà il Sindaco ha tutti gli strumenti per chiedere presidi di militari o forze dell’ordine, per installare telecamere, impegnare la Polizia Locale nel rispetto delle ordinanze.
Bisogna solo volerlo. Bisogna affermare e difendere il diritto di tanti ragazzi milanesi di potersi divertire in Darsena o sui Navigli. Essere inclusivi non vuol dire lasciar degradare un gioiello di Milano da un centinaio di teppisti.
Tipico spettacolo serale in Darsena
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Magari vedendo i mancati incassi del comune per tutte queste strutture abbamdonate si fanno due conti.e provvedono… gli interessi economici sono un buon incentivo.
Milaan lee un gran Milaan
Caro Fabbrizio ci conosciamo da un po’ e credo che tu più di altri hai cervello esperienza e relazioni per far sì che un buon articolo divulgativo diventi uno sprone e poi un cuneo e poi un risultato concreto di tendenza di rotte . Io sono con quanto scrivi e sono con te perché sei una persona di buon senso . Io ci sono forza e coraggio , sta a te e se moltiplichi questo mio ci sono a tanti … il risultato non può che esserci e lo dobbiamo a noi e a chi dopo di noi .
Carissimo Fabrizio, non si capisce come sia possibile che Sala continui ad ignorare la situazione in cui si ritrova Milano grazie al suo doppio mandato.
Purtroppo, non credo che possano esserci soluzioni fino a quando Sala resterà in carica, essendo impegnato in altro, tipo ciclabili e simili.