La ministra e la Rettrice hanno espresso ferma condanna per i fatti. Bernini ha inoltre offerto tutto il supporto necessario affinché l’Ateneo rimanga un libero luogo di confronto dove non possono trovare spazio violenze e prevaricazioni.
Presso la sede dell’Università Statale di Via Celoria 20 a Milano, si è tenuto un incontro organizzato dalla lista Obiettivo Studenti dal titolo “Accogliere la vita – storia di libere scelte”. L’inizio dell’evento è stato caratterizzato dalla rumorosa presenza di membri di associazioni studentesche e collettivi che nei giorni precedenti avevano minacciato di sabotare il convegno: Studenti Indipendenti, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta e coloro che da settimane stanno occupando un edificio proprio in Città Studi.
“Gli studenti hanno messo in atto comportamenti violenti” I membri delle associazioni “sono entrati in aula dopo qualche minuto dall’inizio dell’incontro spingendo e facendo brutalmente cadere a terra un dirigente dell’Università degli studi di Milano”, spiegano in un comunicato Pietro Piva, presidente del Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio – Obiettivo Studenti ed Elia Montani, Coordinatore di Obiettivo Studenti – Statale. “Una volta entrati, hanno messo in atto comportamenti molesti, come – proseguono – lanciare acqua agli organizzatori dell’incontro e staccare i microfoni e l’elettricità in aula, intonando cori minacciosi e offensivi nei confronti di chi ha organizzato l’incontro, urlando bestemmie e arrivando a minacciare personalmente una delle relatrici. Dopo 30 minuti in cui la situazione è rimasta invariata, sono stati costretti ad abbandonare l’aula più di trecento studentesse e studenti che durante l’intera aggressione sono rimasti dignitosamente in silenzio, in attesa di poter continuare il libero incontro senza minimamente reagire alle continue e brutali provocazioni ed invettive“.
Secondo i due rappresentanti studenteschi: “Per noi l’università è, e deve rimanere, un luogo di libertà e di ricerca della verità Ogni voce che voglia esprimersi, nel rispetto delle voci altrui, per noi è sempre stata un valore. Noi – continuano – vogliamo un’università che sia un luogo vivace di libertà per tutti, in un mondo in cui la libertà è tutto fuorchè scontata”. Oggi “chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari. inaccettabile che ci sia qualcuno che, in modo autoritario e violento, decida chi può esprimersi in università e chi no, cosa si puo’ dire e cosa no, cosa non si deve pensare e cosa va censurato”. Oggi, concludono, la libertà di espressione “è stata negata a noi, e così è stata fatta violenza non solo a noi e a tutte le studentesse e gli studenti che volevano partecipare all’incontro, ma anche alla natura stessa dell’università, che è di libertà e dialogo. Calpestare la libertà di espressione significa decretare la morte dell’universita’ e della nostra società. Chiediamo pertanto che tutte le persone libere, in particolare se rivestono ruoli di rappresentanza negli organi istituzionali del nostro ateneo, prendano posizione su quanto accaduto, perchè oggi è stato negato, con violenza e prepotenza, un pezzo fondamentale di democrazia”.
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