Quarta Repubblica ospita Paolo Del Debbio argomentando sulle periferie e le parole dell’ospite sono drammaticamente sincere e frutto di un’esperienza giornalistica di anni di frequentazione.
“Il problema è che ad oggi, da almeno 20 anni diciamo, mano in modo significativo al tema della periferia non ce l’ha messa nessuno”
“Ma cosa si dovrebbe fare nelle periferie?“, chiede Porro il conduttore di Quarta Repubblica.
“Anzitutto – sono cose che sembrano banali – le case popolari, che sono allo sfascio. In secondo luogo, la periferia, come dice un padre gesuita di Milano, quindi non io, è diventata una discarica umana“, risponde Del Debbio, fornendo una sua possibile “ricetta” per la ripresa delle periferie. E ancora: “Se ci tornasse il povero Gesù bambino in periferia oggi gli farebbero un pernacchione, perché in periferia non votano più, bisogna saperle queste cose. L’astensione, la massima, è nelle periferie italiane”.
Sembra dire: non si facciano discorsi più o meno sofisticati, non si cerchino le ragioni sottese più o meno sociologiche, si guardi la realtà di oggi, si verifichi lo stato di abbandono, si abbia un interesse prioritario.
“Discarica umana”, una definizione forte per riassumere come negli anni la varia umanità ha trovato rifugio in quei luoghi, l’integrazione è stata un miraggio, la conflittualità lasciata scorrere senza intervenire, l’ordine nel senso più letterale mai preteso con soluzioni.
Discarica umana, dove il singolo trova la sua strada di sopravvivenza, dove l’ammasso è “roba” incontrollata senza un perché.
Sì, da troppo tempo non ci si pone il problema periferia e Sala è il massimo esponente dell’indifferenza.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano