In una sorta di surreale, indefinita e apparentemente inconsapevole attesa ci stiamo ora avviando verso il terzo anno del perdurare della “guerra in Ucraina”, nel giornaliero coro dei media italiani, ove di tutto e di più si parla con toni anche apocalittici, ma senza cercare di fare seriamente luce, con realismo, sul complesso dei fatti storici cui si deve la sciagurata origine di tale conflitto armato.
Ora si piò osservare che negli USA, già da tempo, autorevoli soggetti, sia nell’ambito delle più qualificate fonti di informazione, sia in quello delle primarie università degli studi di storia, abbiano portato a conoscenza del pubblico le reali cause di un siffatto, specifico conflitto armato, “dovute a scelte politiche maturate nel corso dell’ultimo decennio entro l’ ambito NATO e relative al continuo evolversi in pari tempo delle assai travagliate vicende interne ucraine”. Conflitto armato, che al contempo è definito con la nuova terminologia di “guerra ibrida” (ove cioè tutti i termini reali di riferimento non son quelli che appaiono).
Nella più parte invece dei Paesi europei e, per certo anche in Italia, le preponderanti fonti di informazione sono ancora al presente pressoché univocamente ed acriticamente solo appiattite sulla vulgata (partorita in occidente dalla “guerra ibrida”) dell’aggredito, “paese libero e democratico (Ucraina)” e dell’ aggressore, “una dittatura autocratica e totalitaria (Russia)”. Così che tale vulgata stia a simboleggiare la strenua ed eroica difesa degli alti valori della democrazia e della libertà dell’Occidente tutto e per i quali l’Ucraina si trova ora a combattere a beneficio di tutti i paesi liberi dell’Europa, che in quei valori appunto si riconoscono…
Dopo tre anni di enormi massacri umani ed immani distruzioni materiali in quella che – si piò oggi dire – era lo stato sovrano della Repubblica Ucraina, nel contesto internazionale, è un’oggettiva necessità che a tale perniciosissima tragedia bisogna porre termine quanto prima, per tre indiscutibili motivi. Il primo, perché -come dimostrato dai fatti storici- è del tutto inutile per la risoluzione delle originarie problematiche delle “minoranze locali”. Il secondo, perché tutti gli indotti costi e -soprattutto- i danni economici si stanno facendo sempre più insostenibili per tutti i soggetti coinvolti. Il terzo e di certo il principale, perché la stragrande maggioranza dei cittadini, sia in Occidente che in Oriente reclamano ormai a gran voce di deporre le armi e far luogo ad un molto più realistico negoziato!
Un serio percorso in tale, dai più auspicata, direzione richiede di sostituire, alla continua incitazione a “vincere” una guerra guerreggiata, le cui premesse la rendono tecnicamente “non equamente vincibile”, con il buon senso comune del “realismo”. A tal fine è anzitutto indispensabile uscire dai connotati “ibridi” di detta guerra, facendo in modo di portare ad una debita conoscenza dell’opinione pubblica dei cittadini le reali cause storico-politiche (verificatesi nel corso degli ultimi due decenni …e non già all’improvviso ad inizio 2022…) . In altre parole, fare anzitutto chiarezza con la verità storica ed uscire definitivamente dalla menzogna politica, che ha, purtroppo, avvelenato i pozzi della diplomazia.
Per risolvere i problemi bisogna sempre, prima d’ogni cosa, conoscerne le origini reali, per poter poi seriamente intraprendere dei percorsi, che risultino su solide basi finalizzati allo scopo. Non parrebbe proprio, in piena ed auspicabile onestà mentale, che per uscire dal “problema guerra in Ucraina” vi possano essere altre strade. Basta con il propinare alle opinioni pubbliche “bugie di comodo” al servizio di interessi intenzionalmente eterodiretti!
È un fatto che i governi succedutisi in Italia negli ultimi tre anni hanno sempre sino ad oggi incondizionatamente … se così si può osservare … sposato la causa della “difesa ucraina” con la conseguenza per i cittadini italiani tutti di pagarne un prezzo altissimo, in termini di un indotto aumento del costo della vita, assolutamente non più ormai compatibile con il perdurare della effettiva e scarsissima crescita materiale dei salari e della contestuale erosione dei risparmi, nello scenario complessivo dell’ economia reale del nostro Paese. Il che certo ben spiega come anche la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sia oggi decisamente a favore del por al più presto fine al conflitto bellico in Ucraina!
Sarebbe, pertanto, decisamente auspicabile che anche i media italiani inizino, quanto prima, a proporre all’opinione pubblica del nostro Paese una adeguata e correttamente informata riflessione sul come e perché si è giunti alla “guerra in Ucraina” e sul come ora uscirne nel modo più consono anche in relazione all’ oggettivamente mutato contesto internazionale con la nuova Presidenza degli Stati Uniti d’America, principale partner ed alleato strategico dell’Italia.
Antonio Belloni
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Purtroppo non si parla di vincitori o vinti, si tratta di gioco di potere e le atrocità sono state calcolate, il fatto è che anche su quello ne traggono profitto ed è questa la vera atrocità.
Unica soluzione è l’informazione dei midia.
Complimenti per l’articolo, nulla di più veritiero.