Il vaffan… con la pochette conferma la sua vocazione di “avvocato del popolo” e sale sul palco di Atreju, alla festa di Fratelli d’Italia. E con la scioltezza dell’avvocato tout court usa la dialettica espressiva, ma con l’arroganza di chi crede di essere nel giusto. Una supponenza malcelata che ovviamente si nutre dei tanti vaffan che caratterizzano il suo partito e che, dopo la defenestrazione del ruspante fondatore Grillo, anima il suo dire. E’ questo il cambiamento? Sicuramente è un segnale unito all’opportunismo, ad una considerazione di sé che lo “eleva” al di sopra di una conduzione di partito urlante e contraddittoria. Lontani i tempi in cui si presentava con un inchino ipocrita, si faceva dettare l’agenda della comunicazione da Casalino, andava in Europa con il cappello in mano perché oggi è il Capo indiscusso e può sparare ciò che vuole, nascondendo forse quell’aspirazione segreta di diventare leader della sinistra progressista.
In questa ottica le punzecchiature al PD e compagni rientrano perfettamente.
«Se sinistra significa combattere questo governo solo nel nome dell’antifascismo io non ci sto…Se significa accogliere tutti in modo indiscriminato non ci sto»…«Se significa preoccuparsi solo di quelli che vivono nelle ztl non ci sto». «Siamo progressisti indipendenti, abbiamo una visione diversa dalla destra e lavoriamo per un’alternativa di governo basata sulla lotta alle ingiustizie, alla corruzione, per i valori di onore e disciplina. Questa è la vocazione della prima ora del M5S».
E prosegue «Noi non saremo il cespuglio o lo junior partner di nessuno, non siamo per un’alleanza organica col Pd perché snaturerebbe le nostre battaglie: semmai a tempo debito vedremo se ci sono i presupposti per un’alleanza».
Parole, parole, parole, per dare forza alla sua sedicente autonomia, ma si sa che al momento della conta con il pallottoliere, verranno cancellate.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano