Per offrire soluzioni concrete nasce “Fondo Schuster-Case per la gente”

Milano

Alla presentazione del «Fondo Schuster – Case per la gente», promosso dall’Arcidiocesi di Milano con Caritas ambrosiana per offrire soluzioni concrete per contrastare la carenza di alloggi dignitosi per le famiglie in difficoltà, l’Arcivescovo ha ripetuto l’appello dell’allora cardinale nel 1949

Prende il nome dal grande arcivescovo di Milano, oggi beato, il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e «vuole essere un messaggio, una provocazione, un invito alle istituzioni e a tutti gli enti e le persone sensibili alla sfida. Un segno, un seme che crescerà perché io so che posso contare sulla gente della Caritas, posso contare sulla gente delle nostre città, posso contare sulle istituzioni».

È il “Fondo Schuster – Case per la gente” che l’Arcivescovo annuncia con queste parole in Duomo, nella celebrazione per i 50 anni di Caritas ambrosiana – istituita il 18 dicembre 1974 -, presenti oltre mille persone tra responsabili, operatori, volontari e donatori Caritas. In prima fila, il sindaco di Milano Beppe Sala, il direttore di Caritas ambrosiana che porge il saluto di benvenuto, Luciano Gualzetti – alcuni suoi predecessori, monsignor Angelo Bazzari e monsignor Roberto Davanzo, con il condirettore attuale dell’ente, don Paolo Selmi concelebrano -, Lino Stoppani del Consiglio direttivo di Confcommercio, rappresentanti di realtà imprenditoriali e del Terzo settore della città e del territorio diocesano. Una trentina i sacerdoti sull’altare, tra cui monsignor Giuseppe Merisi, già presidente di Caritas Italiana, vicari episcopali di Zona e di Settore con monsignor Luca Bressan, presidente di Fondazione Caritas ambrosiana.  

L’annuncio

Come, sempre tra le navate della Cattedrale, mentre si andava profilando la grave crisi economica, nella notte di Natale 2008 il cardinale Dionigi Tettamanzi, aveva annunciato il Fondo Famiglia-Lavoro (oggi “Diamo Lavoro”, un’intuizione che ha fatto scuola anche a livello internazionale), con una dotazione iniziale di 1 milione di euro, così anche il vescovo Delpini, di fronte al dramma dell’emergenza abitativa ha dato avvio a questa nuova iniziativa – a cui aveva fatto un breve accenno nel “Discorso alla Città” – e che vedrà come sempre Caritas ambrosiana protagonista nella gestione.

A fronte di «un’umanità che ha pianto troppo e a troppo dolore sulla faccia della terra», infatti, «i pellegrini di speranza, il popolo della Caritas, i discepoli di Gesù, non si accontentano di elencare i motivi di tante lacrime e di raccontare dei disastri inflitti all’umanità e alla terra da troppa cattiveria, da troppa ottusità, da una natura troppo spietata» ma si mettono «in cammino», dice ancora il vescovo Delpini nella sua omelia, esprimendo «la gratitudine, l’ammirazione e l’apprezzamento» per Caritas ambrosiana, impegnata sulle molteplici frontiere del bisogno e delle emergenze, come appunto quella sempre più grave di avere una casa dignitosa.

Oggi come nella Milano uscita dalla guerra, anche perché, come nota ancora l’Arcivescovo, «le troppe lacrime dell’umanità hanno una radice morale e il principio è l’idolatria: adorare l’oro, invece che Dio che ha creato la terra per i figli degli uomini, adorare l’argento, invece che il Dio della gioia». Ma è, appunto, tra queste lacrime che «si ascolta una voce che promette consolazione e gioia», la voce del Signore e di tutti coloro che operano per il bene come la «gente di Caritas ambrosiana che pratica così la sua missione: raccolgono confidenze, ascoltano richieste, vedono lacrime nella pratica quotidiana ed esprimono il volto riconoscibile della Chiesa ambrosiana nella parola, nel gesto, nell’aiuto che vorrebbe dire: “Tu non dovrai più piangere”».

Il Fondo Schuster

«È impossibile fare un calcolo anche approssimativo di tutti quei giovani e signorine che aspettano invano una casa, almeno un buco per comporre la loro famiglia: non ci sono case», scriveva il cardinale Schuster nel 1949 avviando il suo piano-case (non a caso, fu lui a volere la Charitas, poi divenuta Caritas), e avanzando una proposta. «Ora, in nome della carità e della giustizia io oso lanciare un appello a quanti possono disporre del superfluo, banchieri, industriali, finanzieri perché vogliano concorrere a quest’opera cristiana di costruire case per quanti ne sono privi». Parole, queste, e che, a 75 anni di distanza, si uniscono idealmente all’appello che il successore del beato sulla Cattedra di Ambrogio e Carlo scandisce. «In questa nostra Milano così attraente e intraprendente è necessario ripetere il grido antico: non ci sono case»

Da qui l’istituzione del “Fondo Schuster – Case per la gente” «che vuole raccogliere risorse per progetti di riqualificazione di case in degrado, per fornire garanzie per chi è in difficoltà, per stipulare un contratto di affitto, per continuare a soccorrere chi si trova in difficoltà con le spese che la casa impone. È un fondo di risorse finanziarie che inizia con la destinazione di un milione di euro da parte della Diocesi, attingendo a quell’8×1000 per la carità che la firma di tante persone rende disponibile. Chiedo a tutti coloro che possono di contribuire ad arricchire questo Fondo perché si possano aiutare molti».

E al termine della celebrazione, dall’Arcivescovo arriva ancora una consegna. «Quando facciamo l’esame di coscienza, se possiamo dire “ho consolato una persona, ho asciugato una lacrima”, quella sera ognuno sentirà una voce: “Beati coloro che danno da mangiare, che danno una casa, che danno speranza».  

Quella speranza visibile sui volti di tanti assistiti, responsabili, operatori e volontari dei diversi settori della Caritas, che, con i sacerdoti, i rappresentanti delle istituzioni e di realtà imprenditoriali che sostengono l’organismo diocesano, usciti dal Duomo, si riuniscono ancora nel “Ridotto Toscanini” per la cena a cui segue, con la platea e i palchi gremiti – anche l’Arcivescovo assiste – la “Missa Papae Marcelli” di Pierluigi da Palestrina capolavoro della polifonia rinascimentale, eseguita dalla Cappella Musicale del Duomo diretta da monsignor Massimo Palombella.

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