Finanziaria

Una finanziaria moderata

Attualità

Intendiamoci: fare una finanziaria oggi mi rendo conto sia una impresa quasi disperata. Su più di 800 miliardi di spesa ogni anno, il Governo può cambiare o aumentare misure per una trentina al massimo. Sarebbe come se a un lavoratore precario restassero in tasca trenta euro e, convocata tutta la famiglia, si aprisse una discussione su come spenderli. È più che naturale che alla figlia ne venissero assegnati sei per un pomeriggio di svago. È il futuro della famiglia. E magari il figlio ha proprio bisogno di cinque euro per far colpo sulla compagna di banco. Poi la moglie fa notare che servono medicine, visto che l’inverno è alle porte. E così il povero padre di famiglia si trova in tasca un euro e ottanta. Come l’aumento (mensile) dato ai pensionati.

Non è un bel vedere, ma dobbiamo essere pragmatici. Qual era l’alternativa? A me lascia sempre perplesso, poi, il PD. È un partito che ha detto cose molto giuste: servono più soldi per le pensioni, per la sanità, per i poveri. Io però ricordo che hanno bloccato l’indicizzazione delle pensioni quando erano al governo, hanno votato la Fornero e i poveri li hanno sempre aumentati (alla voce immigrazione incontrollata). Si vede che l’opposizione gli fa proprio bene: li aiuta a rimettere ordine nelle priorità e rinvigorisce le loro battaglie! Verrebbe da augurare loro cent’anni così, ma questo impoverirebbe la democrazia.

Ecco, forse questa è la lezione che questa, e tutte le altre finanziarie ci insegnano: se sei all’opposizione impari le priorità del popolo, se sei al governo apprendi le regole della realtà. Abbiamo troppi impegni, troppi obblighi, troppi vincoli. In questa situazione faremmo prima a farci scrivere le finanziarie direttamente da Bruxelles. Sarebbe forse più brutale, ma sarebbe molto meno ipocrita. Invece il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ci tiene a salvare l’onore della Nazione e si prende l’onere di proseguire in questa tradizione: le brutte notizie per l’anno successivo servite col brodo di cappone.

In ogni caso, l’impegno è stato notevole e non siamo falliti nemmeno quest’anno. Quello che mi mette i brividi è pensare che tra qualche anno guarderemo a questi giorni e proveremo nostalgia dei bei tempi andati!

Alessandro Prisco,

Presidente Ascoduomo

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