Oltre un milione di giovani italiani sotto i 35 anni è gravemente esposto al rischio di sviluppare una dipendenza dai social media, mentre circa 430 mila ragazzi tra i 18 e i 23 anni (38% del totale) evidenziano segnali di rischio patologico. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta da Demoskopika, utilizzando la Bergen Social Media Addiction Scale, che delinea un quadro allarmante di cui le conseguenze sociali restano in gran parte inesplorate. I giovani, infatti, si trovano spesso intrappolati tra il bisogno crescente di connettersi ai social e l’incapacità di farne a meno, con ripercussioni significative sulle loro prestazioni scolastiche e lavorative.
La socialità virtuale
I ricercatori di Demoskopika parlano di una nuova modalità di vivere il tempo libero: la socialità virtuale ha ormai superato di gran lunga quella reale. L’85,7% dei giovani intervistati afferma di utilizzare quotidianamente i social media, mentre solo il 36,7% dichiara di incontrare regolarmente gli amici.
L’uso di dispositivi digitali è altrettanto radicato: quasi l’80% utilizza un personal computer ogni giorno. Tra le attività preferite dai giovani figurano l’ascolto di musica (68,9%) e la visione di programmi televisivi tramite piattaforme digitali (67,4%). Al contrario, passare del tempo con la famiglia o con i parenti è una pratica meno diffusa, coinvolgendo solo il 17,3% degli intervistati.
La ricerca evidenzia che circa il 10% degli under 35 si colloca nella fascia di rischio elevato di dipendenza, mentre il 15% presenta un rischio moderato e oltre il 74% un rischio basso.
Per quanto riguarda i social media più popolari, Instagram domina con l’83,1% di preferenze tra i giovani, seguito da Facebook (72,5%),YouTube (50,7%) e TikTok (37,6%). Altri social, come X (10,7%),LinkedIn (9,7%), Pinterest (6,3%) e Snapchat (5,2%), risultano meno utilizzati. A livello regionale, la Sicilia registra il numero più alto di giovani a rischio elevato (106,8 mila), seguita da Campania (131,4 mila giovani) e Umbria (16,5 mila giovani).
“Hate speech”
Un altro aspetto analizzato dall’indagine è l’hate speech, ovvero discorsi di incitamento all’odio, commenti offensivi, contenuti violenti e insulti. Su questo fenomeno, l’81,6% degli intervistati si esprime con una netta condanna, sebbene il 40,6% ammetta una certa tolleranza verso atteggiamenti giustificazionisti.
Il parere del presidente di Demoskopika
Secondo Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, i dati raccolti dimostrano che i giovani stessi sono consapevoli dei pericoli comportamentali legati all’uso eccessivo dei social. Tuttavia, manca ancora un intervento concreto da parte della politica per affrontare questa problematica in maniera strutturale. “È essenziale – afferma Rio – avviare una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale, promossa dalla Presidenza del Consiglio, per diffondere una maggiore consapevolezza sui rischi dei social media e sostenere reti istituzionali e associative impegnate nel benessere giovanile”.
Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM