“A far data dal 1 gennaio 2025 il divieto di fumo è esteso a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico, ivi incluse le aree stradali, salvo in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone.”
Così recita il regolamento sulla qualità dell’aria. Ma siamo sicuri che la norma che dovrebbe vedere una Milano no smoking sia applicabile? Secondo me esiste più di un dubbio, per come è scritto. Un passo indietro: quello che avete letto è il secondo comma dell’articolo 9. Il primo è entrato in vigore nel 2021 e vietava il fumo alle fermate, nelle aree cani e in altre zone. Risultato? Il Consigliere Monguzzi dice solo 7 multe. Noi gli crediamo. Lui parla di fallimento. Noi non ci permettiamo di contestare. Ma, secondo me, saranno ancora molte rispetto all’innovazione che partirà col nuovo anno. Perché?
Perché non si chiede la distanza da chiunque. Si dice solo che se nel parco è possibile, anche astrattamente quindi, la distanza di dieci metri da chiunque allora in quell’area è possibile fumare. Quindi in strada, dove è certamente possibile essere a dieci metri da chiunque, deve essere sempre consentito fumare. E badate bene che anche immaginando manifestazioni molto affollate, ipotizziamo il Gay Pride, nella strada resta comunque possibile essere a dieci metri da tutti. Che in quello specifico momento non lo si sia è irrilevante. Anche perché, se si optasse per l’interpretazione restrittiva (vieni multato se fumi a 10 metri da qualcuno) non si potrebbe più fumare in compagnia. Il che sarebbe assurdo.
L’interpretazione più ampia risolve il problema del capannello dei tabagisti, ma condanna i dehor. Anche se, essendo su strada, secondo me esiste uno spazio di manovra. In ogni caso con ammirevole anticipo Confcommercio ha fatto notare il problema. Vedremo se sarà ascoltata. Se non lo fosse sarebbe la classica norma ideologica di sinistra che nasce per salvare qualcosa (risparmiando, dicono, il 7% delle emissioni di polveri sottili) e finisce per ammazzare un settore economico a caso (quel 7% di emissioni dubito vengano tutte dai dehor). Resta da capire a cosa servano queste crociate fatte davvero a caso.
Una nota su chi scrive: non ho mai fumato in vita mia e soffro di asma. Questa norma a me non crea problemi. Di salute. Ne crea di libertà, perché è la classica scelta ideologica e inutile che afferma solo il potere dello Stato sull’individuo. Queste norme, in alcuni momenti estremamente delicati, sono, purtroppo inevitabili. Ma proprio l’esigenza di usarle in quei casi dovrebbe spingere il legislatore (anche quello del Comune) a essere estremamente parco nel loro uso. Mi pare che questa misura di buonsenso sia mancata qui. E abbia partorito una norma inapplicabile, che aprirà la porta a numerosi contenziosi. Che ci saremmo risparmiati tutti.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
A quando quest incapace sindaco..insieme alla sua amministrazione metterà filo spinato e olio di ricino? Sala..dimettiti! Di danni ne hai già fatti parecchi. Abbi l onore da uomo ,di rassegnare le dimissioni
Quando un sindaco non elimina i riscaldamenti a gasolio a Milano e vieta la sigaretta in strada non ci sono ulteriori commenti. E se fumo a dici metri di distanza e si avvicina qualcuno ……….