Case popolari Isola

Il 2025 delle case popolari a Milano

Milano

Con il nuovo anno è tempo di domandarsi cosa si intenda fare per il futuro delle case popolari a Milano, in quello che potrebbe essere un anno di svolta. Ce ne parla Franco Vassallo, Responsabile per le politiche abitative e decentramento del coordinamento cittadino di Milano di NOI MODERATI:

“Il 2024 ha visto Maran trovarsi una nuova e più prestigiosa posizione in Europa. Hanno festeggiato gli inquilini delle case MM, che temevano di vedersi vendere la casa in cui vivevano sotto i piedi. L’arrivo del nuovo assessore, Bardelli, ha segnato un significativo cambio di passo. Prima di tutto, le voci di vendita si sono assopite. Non credo sia stata cancellata l’opzione, ma quanto meno appare meno pressante. Come sempre, il termometro sono le case di via Jacopino da Tradate. Tutto tace, ed è una cosa buona. E poi le manutenzioni sono tornate a girare. Non è che funzioni tutto, anzi. Però si rivedono i tecnici girare. Il che è sicuramente una piacevole novità.

Quest’anno, però, sarà fondamentale per lo sviluppo della vicenda. Innanzitutto perché, dal bilancio, capiremo se c’è la voglia di investire o se la Giunta tirerà a campare. Mi spiego meglio. Il 2025 è, contemporaneamente: l’ultimo anno del PNRR, l’ultimo anno prima dell’inizio del lungo periodo elettorale e soprattutto l’indicatore migliore delle intenzioni della giunta sulla casa. Si proverà a salvare il settore o si procederà a vendere? Questo è il momento più delicato in assoluto, perché coincide con la fine del mandato di Sala, che non potrà più correre. Ma non solo. Con il blocco del Salva Milano (che non sono il solo a chiamare Salva Sala), a Milano c’è fame di cubature. E le cubature le case popolari le hanno…

In questo momento, quindi, tutti gli occhi sono puntati su Palazzo Marino: se qualcosa, intermini di vendita, deve succedere succederà in questi dodici mesi. Se nulla accadrà sarà molto improbabile accada nel 2026, quando l’aria delle elezioni soffia più forte. E meno ancora nel 2027, con una nuova Giunta e un nuovo Sindaco che proveranno a restare in sella 10 anni. Insomma, oltre allo Stadio, anche l’edilizia pubblica vive col fiato sospeso. Il 2025 rischia di essere l’Anno del Cemento, oltre che Giubilare. Vedremo se si chiuderà col Te Deum o con un Requiem per le case popolari…”

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