La Commissione di Garanzia intima la decadenza della Presidente della Regione Sardegna, Todde? Lei non si sente coinvolta nella vicenda e va avanti. Sarà da capire quanti Consiglieri Regionali vorranno rischiare di dover rispondere personalmente alla Corte dei Conti della loro decisione di sostenerla. Qualsiasi sia il numero, in ogni caso, il problema qui è un altro. Purtroppo interessa solo a me e a qualche altra decina di non Sardi, ma se sei arrivato fin qua, caro lettore, allacciati le cinture perché affronteremo un viaggio emozionante. Il titolo del safari è, e non poteva non essere: ipocrisia.
Le norme sulla trasparenza in tema di elezioni stanno uccidendo la partecipazione della gente comune alla politica. Sono un ginepraio, sono costose e sono sostanzialmente inutili. Questo lo sappiamo tutti, ma non possiamo dirlo. Sapete perché? Perché altrimenti ti trovi un’orda di grillini urlanti sotto il tuo post a berciare che sono norme sacrosante e non sostenerle è segno di appartenenza alla Casta. Ecco, quando l’altra sera ho sentito che la Grillina Todde aveva deciso che la trasparenza non si applicava a lei, ho avuto un brivido. Già è insopportabile dover affrontare quella burocrazia per elezioni in comuni con meno abitanti delle pagine da compilare, ma vedere gli architetti di questa follia (o della sua protezione, per essere più precisi, le norme che ha infranto sono del 94) dichiararsene immuni è stato troppo.
Vediamo i punti del provvedimento per sommi capi:
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Non è stato nominato il mandatario elettorale. Ovvero il terzo che deve sovrintendere alla regolarità dei finanziamenti elettorali. Un rottame inutile di Tangentopoli che ci portiamo dietro da sei lustri, ma che ovviamente non puoi criticare. Ci mancherebbe.
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Di conseguenza il bilancio non è stato validato.
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Mancava un conto corrente dedicato. Perché ci deve essere? Mistero, ma prova a dirlo in pubblico…
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Non si capisce chi abbia donato quanto e a chi o per cosa. E questo è forse il problema maggiore.
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Altre e minori infrazioni (elenco dei movimenti, uso di un conto corrente della Camera di Deputati, almeno una bolletta non rendicontata, e chissà quante altre…)
Passiamo alla difesa, parola all’interessata, che a Repubblica dichiara:
«Per un motivo molto semplice. Il mandatario si nomina nel momento in cui si accettano contributi da esterni. Io ho deciso di avvalermi del comitato elettorale del Movimento 5 stelle che ha rappresentato tutti i candidati alle regionali in Sardegna. Non ho sostenuto direttamente spese né contributi esterni. Lo dimostrano le carte».
«In realtà il comitato elettorale dei 5 stelle ha aperto un conto dedicato che poteva ricevere contributi anche da esterni e tracciati. Tutto è stato consegnato alla Corte dei conti. La Corte d’Appello infatti solleva dubbi sulla mia posizione personale come candidata, ma non del comitato elettorale del Movimento che è sottoposto al controllo dei magistrati contabili».
Un po’ pochino, se mi è consentito. Prima di tutto, salvo non sia successo qualcosa di molto peculiare, lei non è il Movimento Cinque Stelle. È Todde. Quindi se il partito le dà dei soldi (presi da dovunque) questo conta come finanziamento. E non lo dico io eh, lo dice lei. Visto che ha presentato la rendicontazione. Seguitemi, se siete arrivati fino a qua so che la cosa vi piace: per sostenere che lei non ha speso un euro, la Todde avrebbe dovuto presentare una dichiarazione a zero, non avrebbe dovuto aprire un conto (e tanto meno dare quello di un partito politico) e salutare la curva a fine elezioni. Perché allora non lo ha fatto? Non si sa.
Inoltre perché tutto l’universo mondo deve rendicontare al Comitato di Garanzia presso la Corte d’Appello e loro sono gli unici a poterlo fare davanti alla Corte dei Conti? Non si sa nemmeno questo. Ma soprattutto, perché tutto sto casino? Voglio dire, non risulta che ci abbiano guadagnato. Io credo esistano tre scenari possibili:
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Suggerisce Truzzu (FdI, candidato perdente alla Presidenza) che da un errore materiale, per quanto grave, la mancata nomina del mandatario a inizio campagna, a cascata sia derivato tutto il resto. Il mancato conto corrente dedicato, i mancati conti rivisti. Resta un mistero come mai nessuno se ne sia accorto in itinere, ma può succedere. In questo schema, come una valanga, dalla prima bugia (lo dice Truzzu all’Unione Sarda, io lo cito e basta) ne sarebbero seguite di sempre più grosse. Ma allora perché fermarsi e non fare la dichiarazione a zero? Forse sarebbe stata troppo visibile? Non lo sappiamo.
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Argomenta Cappellacci (FI, già Governatore) che saremmo di fronte a semplice incompetenza su larga scala. Chi ha gestito il faldone non aveva l’astuzia per gestire i problemi. Lui NON lo dice, ma io sì: capito il problema del mandatario, nessuno ha retrodatato nulla, il conto non è apparso nemmeno in extremis. Vabbeh, ci siamo capiti. Anche così, la Commissione, lo so per esperienza personale, non agisce inaudita altera parte. Dà ampi margini di correzione. Cosa è successo nel frattempo? Mistero.
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La mia teoria. Messa in fondo perché è quella che vale meno in assoluto. Il M5S Sardo mette a gestire la pratica il Senatore Licheri, persona serissima. Lui, come ogni persona serissima e preparata, delega la cosa. E qui appare la variabile impazzita. Qualcuno, nel marasma, si improvvisa grande giurista ed elabora questa balzana teoria per cui in 30 anni nessuno ha davvero capito come funzioni la legge elettorale e fa una serie di magheggi. Inutili, che non coprono nulla (come tutti dicono) e non servono assolutamente a niente. Tipo i maestri di Kung Fu nei film di Bud Spencer. E la cosa finisce come nei film di Bud Spencer: con un poderoso schiaffone della Commissione di Garanzia, per nulla colpita dalla serie di complicate e velocissime mosse.
E adesso che succede in Sardegna? Da oggi parte l’esame dell’ingiunzione in Commissione. Questo esame potrebbe richiedere giorni, settimane, mesi o anni. Non lo sappiamo. Alla fine voterà il Consiglio. Intanto la Todde appellerà davanti al Tribunale Civile e forse anche al TAR. Le due strade non si influenzano a vicenda, formalmente. Ma è chiaro che il Consiglio è in una situazione difficilissima. Faccio solo un esempio: non hanno ancora prodotto la Finanziaria. Che si fa? La si approva prima di decidere sulla decadenza? E se si decide contro l’ingiunzione che succede in caso di contenzioso?
Siamo in terra incognita. Ed è terra incognita perché nessuno avrebbe mai pensato che di fronte a una cosa del genere qualcuno potesse non dimettersi a velocità fotonica. Ma la Todde non è qualcuno. Lei è lei. E voi, cari inferiori, non siete proprio un c….
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,