Cecilia Sala

Torna Cecilia Sala, l’Iran non ha retto la pressione

Attualità

Cecilia Sala è libera, Abedini Najafabadi no. La vittoria del Governo Meloni, e del ministro Tajani in particolare, è tutta qua. L’Iran ha dovuto cedere per primo, contando sulla gratitudine italiana. La gratitudine, ricordiamolo, è il sentimento del giorno prima. Quello del giorno dopo si chiama buon senso. Viene naturale, dunque, domandarsi quale sia la contropartita per gli ayatollah. Esistono al momento tre ipotesi:

  1. Nessuna. L’arresto di Cecilia Sala non è stata un’idea del Governo, che si è trovato colpito alla vigilia di una importantissima riunione sul programma nucleare, con i tre paesi che dovrebbero gestire la trattativa. Andarci con una giornalista, donna, senza posizioni troppo dure col regime, in un carcere di massima sicurezza era un inutile peso di cui la diplomazia voleva liberarsi. In questo scenario la bravura di Tajani sarebbe stata quella di aspettare, far spegnere i riflettori e aspettare che le condizioni esterne vincessero la gara per lui.

  2. Oggi l’Opec ha accettato una netta riduzione del costo del petrolio, consentendo all’Iran di aumentare l’export. La Repubblica Islamica non sta passando un grande momento economico, con black out generalizzati, valuta in caduta libera e futuro incerto davanti. L’Italia potrebbe averci messo una parola buona con Trump, via Musk, consentendo un aumento dell’export che salvi dalla fame i bambini iraniani. In cambio sarebbe stata rilasciata la giornalista italiana.

  3. Abedini sarà libero, ma con calma e sangue freddo, sperando per una volta che i compagni in toga facciano quello che sognano sempre di fare, impedendo l’estradizione negli USA. Se, infatti, Abedini ricevesse i domiciliari sotto la responsabilità dell’ambasciata Iraniana sarebbe molto facile giustificare una improvvisa sparizione. Il fatto che Cecilia Sala sia stata liberata prima di lui, in ogni caso, sarebbe un risultato straordinario in termini di visibilità e forza internazionale.

In tutto questo la sinistra ha mantenuto un profilo molto istituzionale. Ma ha ragione il partito Insieme: si potrà dare una valutazione completa solo nelle prossime settimane, dopo aver capito quale sia delle tre ipotesi quella corretta.

“Proviamo grande sollievo per la liberazione di Cecilia Sala. Ora non e’ escluso – anzi sta già avvenendo – che si apra una rissa di interpretazioni e sospetti. Che ci sia stata una trattativa o meno, di quale natura, fondata su quali eventuali patteggiamenti è questione che si chiarirà – ci auguriamo – nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Intanto va dato atto al Governo di aver condotto in porto felicemente una situazione complessa. Ora ci auguriamo che prevalga la soddisfazione di tutto il Paese e che la politica non tiri troppo la coperta dall’una o dall’altra parte”. Lo scrive in una nota Insieme.

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