VI POSSIAMO SALVARE, il nuovo film di Ivan Brusa

Cultura e spettacolo

VI POSSIAMO SALVARE è il terzo film da regista di Ivan Brusa, disponibile su Amazon Prime Video.  Un ibrido tra action movie, pulp, thriller e comedy.

La storia è ambientata nel 2028, le difficoltà del mondo contemporaneo si sono amplificate e sono sorte strutture segrete di recupero mentale dove vengono curati pazienti “difficili”. I protagonisti, Julian e Arianna, irreprimibili e innamorati, sono convinti di essere spie che lavorano per il governo. Rinchiusi, legati e trattati come fossero due pazzi, subiscono una forte manipolazione nel tentativo di renderli nuovamente innocui e governabili. 

I personaggi che Brusa delinea sono sempre uomini o donne inquieti che non si riconoscono nella società di cui fanno parte. Attraverso una serie di esperienze e avversità, Julian e Arianna faranno un percorso di crescita e maturazione raggiungendo una consapevolezza che li porterà, forse, a stravolgere il sistema di cui fanno parte. 

Incontro il regista che nel 2023 aveva presentato a Milano Post FACCIO UNA STRAGE AL 75%, film irriverente che continua a riscuotere successo e apprezzamenti. 

Sei al tuo terzo film come regista e il pubblico inizia a riconoscere il tuo stile. Le storie e i protagonisti cambiano ma è presente un fil rouge che accomuna le tue pellicole. Vuoi parlarcene? 

Ricorrente nelle mie sceneggiature è la solitudine e il desiderio di riscatto. Parlo di realtà sommerse, di persone non omologate alla massa e inquiete. Questa loro insofferenza non li chiude però in loro stessi ma li porta a voler essere artefici di un cambiamento. Sono rivoluzionari degli anni contemporanei, persone della porta accanto che un bel giorno decidono di stravolgere la loro vita diventando giustizieri. Mossi da un forte impeto non sempre pensano alle conseguenze che le loro azioni potrebbero avere ma il mio obiettivo non è tanto quello di presentare eroi e antieroi quanto quello di mettere in luce meccanismi di una società dove troppo spesso i valori e l’onestà vengono messi da parte in favore del guadagno e del successo personale.  

Abbiamo visto nei tuoi precedenti film un solo protagonista, per la prima volta qui presenti una coppia. Come mai questa scelta? 

Sentivo che era il momento giusto per trattare il tema dell’amore. Ho voluto che i miei protagonisti avessero questa volta un supporto e facessero un percorso di vita condiviso. Attraverso questo forte sentimento potranno affrontare le loro missioni senza sentirsi soli, condizione che nelle mie precedenti pellicole influiva sulla lucidità d’azione. Julian e Arianna sono perfettamente consapevoli di quello che stanno facendo, si danno forza a vicenda. Sono colleghi, amanti e profondamente complici in ogni situazione vissuta. Condividono valori e grazie alla loro unione riusciranno a raggiungere i loro obiettivi.  

Hai affidato a questa coppia un messaggio, quale? 

Volevo che il pubblico potesse in qualche modo riconoscersi nei protagonisti: Julian e Arianna potrebbero essere due persone che faticano a vedere il loro talento riconosciuto e a raggiungere i loro obiettivi. Il mondo dello spettacolo e il lavoro in generale impongono ritmi e regole che spesso non valorizzano le persone e i giovani in particolare. Nel mio piccolo, attraverso il cinema indipendente, cerco di dar voce a tematiche scomode e mettere in luce le qualità di ragazze e ragazzi talentuosi. Il messaggio finale è che se si ha un sogno è giusto inseguirlo. Con impegno e passione si possono raggiungere traguardi impensabili. 

In questo film ti sei rimesso in gioco anche come attore interpretando il ruolo di Julian. Come mai questa scelta? 

Un regista deve essere in grado di capire quali attori possano meglio interpretare i diversi personaggi per similitudini, personalità e aspetto fisico. Mi sono reso conto che la persona più adatta per calarsi nei panni di Julian potevo essere io. In questo film c’è molto di me, nei precedenti mettevo in luce aspetti del mondo che continuamente osservo per trarre ispirazione, questa volta invece ho fatto un’analisi partendo da me stesso. 

Com’è stato essere simultaneamente regista e attore? Interpretare è difficile, fare la regia di un film è estremamente complesso ma ho sempre pensato che quando senti tua una cosa e vuoi lanciare un messaggio, riesci a trovare gli stimoli giusti per affrontare ogni sfida. Lascio al pubblico il giudizio finale sul mio operato consapevole di aver dato il 100%. 

Il tuo film ha una doppia chiave di lettura: action movie da una parte, film introspettivo e psicologico dall’altro. 

È esattamente così, il film vuole essere metafora di un percorso di crescita e maturazione. Molto importante il ruolo dell’acqua che purifica. A un certo punto i protagonisti, dopo aver superato una serie di ostacoli, si fermano, si lavano e in questo modo cancellano il passato. Da quel momento riprendono in mano la loro vita, smettono di scappare e tornano indietro. Sono arrivati a un punto massimo e ricominciano con maggior consapevolezza. 

Alla fine del film si creano nuove alleanze. Un cliffhanger che lascia lo spettatore con il fiato sospeso. Il preludio per un sequel che è già in produzione e sono certa saprà catturare l’attenzione di tutti. Ripercorrendo il lavoro fatto per la realizzazione di questo film, qual è stata la soddisfazione più grande? 

Sono molto contento del mio team, tutti gli attori, cito i principali, Emma Padoan, Noemi Bertoldi, Davide Colavini, Daniele Giulietti e Simone Bisanzio, hanno lavorato con grande impegno. Per un regista vedere gli attori che credono nel progetto e recitano con passione è la cosa più bella. Una grande soddisfazione, per nulla scontata. Tutto il team ha lavorato coeso ed era fortemente motivato. Ci tengo a fare un ringraziamento generale a loro e a tutti i collaboratori che hanno condiviso con me questa avventura cinematografica.

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