“Io sono un manager, so come gestire e dare sviluppo”, aveva detto e ripetuto Sala. In nove anni di gestione come ha ridotto Milano è platealmente visibile, come è facilmente deducibile il suo eterno bisogno di soldi, anche con la vendita di palazzi storici, con affitti stratosferici, con tasse in ogni dove. Ma i fattori più impressionanti del suo fare ci dicono che non conosce la città, la sua Storia, la sua Arte, la milanesità degli abitanti, l’emarginazione di molti.
In sintesi pare proprio che Sala non ami Milano, non riesca ad immedesimarsi negli eventi che i milanesi amano. E il suo essere green non fa la rima con l’arredo urbano, la sua idea di sviluppo potenzia la verticalità della città con grattacieli a gogò, senza attenzioni per l’umanità presente.
Per quanto riguarda l’arte ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto, dopo 12 anni, al Museo Leonardo, un vanto per la città di Milano. Più di 200 macchine interattive, ricostruzioni in 3D, dipinti e disegni: il Museo Leonardo3, dedicato al genio del Rinascimento, a due passi da piazza della Scala, rischia la chiusura. Colpa di un contenzioso col Comune irrisolto.
Ma l’atteggiamento più grave è che alla richiesta di incontri, agli appelli, il Sindaco non si sia ancora degnato di rispondere.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano