L’aggressione del 2 febbraio scorso ai danni di un ragazzo in via Don Giovanni Calabria, nel quartiere Cimiano a Milano, rappresenta l’ennesimo episodio di una serie di violenze che hanno gettato il quartiere nell’allarme. Una baby gang composta da cinque giovani, armati di bottiglie e martelli, ha assalito la vittima all’uscita da scuola, nei pressi di una fermata dell’autobus, immobilizzandola e privandola di alcuni effetti personali.
Il quartiere, già noto per i frequenti raduni serali di gruppi di ragazzi che si dedicano al consumo di alcolici e disturbano la quiete pubblica, è diventato simbolo di degrado e insicurezza. Le aree verdi, un tempo luoghi di aggregazione e relax, sono oggi spesso invase da sporcizia e schiamazzi notturni. I residenti, esasperati, hanno più volte sollecitato l’intervento delle forze dell’ordine, ma gli sforzi finora compiuti si sono rivelati insufficienti: la situazione, infatti, sembra ripetersi ciclicamente, senza miglioramenti duraturi.
Il consigliere comunale Marco Cagnolati ha portato la questione all’attenzione del Consiglio comunale con due interrogazioni, chiedendo un potenziamento dei controlli, l’installazione di telecamere di sorveglianza e un intervento più incisivo dell’Operazione Strade Sicure, eventualmente con il supporto dell’esercito. Cagnolati ha inoltre denunciato un’attività abusiva di somministrazione di cibo nell’area, che contribuisce al degrado ambientale con lo sversamento di oli nei tombini e l’accumulo di rifiuti.
Questa situazione di abbandono e illegalità contrasta fortemente con le richieste di sicurezza e decoro avanzate dai cittadini milanesi, in particolare quelli delle periferie, che chiedono interventi urgenti e concreti per riappropriarsi degli spazi pubblici e vivere in serenità. La questione di Cimiano non è isolata, ma riflette un malessere più ampio che attraversa diverse aree della città, rendendo sempre più pressante la necessità di una risposta efficace da parte delle istituzioni.
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